Città di Piano. Anteprima della Pinacoteca d’Arte Lorenzo Piras

Mercoledì 17 agosto alle ore 21 si inaugura a Villa Fondi la Pinacoteca permanente intitolata a Lorenzo Piras. Un progetto importante voluto dall’assessore alla cultura Giovanni Iaccarino. Il mondo artistico culturale non può non essere soddisfatto di questa importante realizzazione, la storia del paese passa anche e soprattutto attraverso la finestra della pittura. Ci piace vedere l’incipit di questo progetto nel ricordo che venerdì 2 agosto 2019 il Comune di Piano di Sorrento tributò a  Lorenzo Piras con un evento a villa Fondi.

Pittura, e non solo, la quale deve molto a Lorenzo Piras, per cui giustamente si è intitolata la sala. Ma chi era Lorenzo Piras? Ricordiamolo per coloro che non hanno avuto il piacere di conoscerlo.  Sembrava una tipografia, quella in via delle Rose, e lo era a tutti gli effetti, ma era anche tantissimo altro. Un crogiolo continuo  ove giravano idee e persone, realizzazioni e progetti. Il giornale Peninsula, coodiretto da Lorenzo Piras e Gaetano Mistretta, racconta per anni la vita sociale del paese, in coda un articolo di Nello Pollio. Il volumetto Pasqua 199… esce in tante edizioni, e da la stura poi a tante pubblicazioni che ne riprendono l’idea e gli obiettivi. La pittura però aveva un posto particolare nelle passioni di Piras, con Salvatore Cinque, con Rancatore ed altri, fino a tarda sera pianificavano, progettavano e quasi sempre realizzavano.  L’articolo di Rancatore, vicino a lui per anni,  ripreso integralmente , rende molto bene il personaggio Piras.  Il testamento spirituale della visione dell’arte e della vita di Lorenzo lo leggiamo nella prefazione introduttiva del volume Pittori della Penisola Sorrentina, che vi propongo, riportandolo integralmente.

Dal volume : Lorenzo Piras Pittori della Penisola Sorrentina

Il pittore concretizza sulla tela il frutto della sua inventiva:
un verso, un passo, un’espressione, mentre il poeta scrive, l’attore
declama, il pittore dipinge e dalla tela la nuova creazione parla
all’osservatore, intavolando un discorso spirituale, attraverso il
quale l’interlocutore arriva all’animo dell’artista. Ma perché L’ar~
tista crea ed è alla ricerca continua di qualcosa da valorizzare?
Evidentemente per sfuggire ad una realtà troppo spesso non in
linea, non censoria ai suoi principi. Poiché il vero artista riesce
a guardare, e a vedere anche, più in là di quelle che sono le
possibilità dell’uomo della strada, percepisce più in fretta certi
moti decadentistici della società, per cui la sua protesta qualche
volta potrebbe essere considerata a prioristica. Protesta, percepibile
quando espressa in una forma d’arte il più delle volte informale,
ma lì dove l’opera è legata con filo conduttore al classicismo,
può anche passare inosservata. E in tal caso, magari, lo
spettatore si limiterà ad annotare che il pittore ha voluto dipingere
una scena del Vajont, o del Friuli, di Seveso, o ancora la
frana del Monte S. Costanzo.
E grazie a quest’arma, forse la più potente, l’arte riesce a superare
tutti gli ostacoli, a vincere tutte le guerre, a combattere
tutti i momenti. Qualche volta a dare un nuovo volto alla società,
attraverso la sua pungolatura, con temi nuovi che suscitano un
interesse allargato di vasta collettività. Dall’età della pietra, da
prima e dopo la venuta di Cristo, da quando I.a terra la si voleva
“ferma”, da quando non si riusciva a comunicare a pochi metri
di distanza ed ora che si parla con l’universo: da sempre, insomma,
l’arte, anche quando non è prevalsa, è riuscita a stare lì
tranquilla e a sopravvivere col suo” “silenzio ciarliero”.
Anche la Penisola Sorrentina, negli anni scorsi, ha avuto la

sua parte e continua ad averne. Artisti che vi hanno soggiornato
per pochi giorni, altri molto tempo, altri sono nati in zona: letterati
ed intellettuali a parte, prescindendo da colui che è stato
e resta l’orgoglio dei Sorrentini, cioè Torquato Tasso, la pittura
ha sempre avuto un posto di preminenza nella nostra zona. Quasi
tutti i pittori della Scuola di Posillipo sono stati in Penisola Sorrentina;
i Macchiaioli, tanti ottocentisti: da Migliaro a Esposito,
da Michetti a Morelli, da Palizzi a Gemiti; diversi stranieri e
fra questi Renoir si dice abbia soggiornato a Sorrento. Poi abbiamo
il Metese, De Martino, il pittore delle navi in tempesta, il quale
partì da Meta per diventare il pittore della Corte d’Inghilterra.
E venendo ai tempi più recenti, dobbiamo rendere omaggio a
Crisconio, vissuto nei comuni di Meta e Piano, che ha lasciato
molte opere cli un certo livello artistico, le quali fanno parte di
collezioni private di famiglie che a suo tempo magari lo hanno
avuto ospite; poi abbiarno Casciaro, in memoria del quale a Seiano
si organizza il premio di pittura e giornalismo. Ultimo fra
quelli che ormai sono passati a “miglior vita” e che merita d’essere
ricordato, è Carignani, colui che, sotto il chiaro in-flusso di
Antonio Mancini, amava dipingere con le mani, che ha lasciato
opere buone e meno buone, che ha fatto parlare di se anche gente
che con l’arte non ha mai aperto un dialogo; colui che ha provocato
un incredibile mercato del falso. Infatti, sono tante le opere
che pur recando la firma di Carignani, questi non le ha mai viste
e conosciute.
E poiché la Penisola Sorrentina, ha avuto e continua ad avere
un posto importante nel mondo artistico, abbiamo voluto affrontare
la modesta fatica per cercare di mettere insieme le testimonianze
che hanno aperto la finestra sull’universo dell’arte.
E anche per rendere omaggio a tutti quelli che tutt’ora hanno in
corso il dialogo con l’esterno, agli artisti buoni e meno buoni,
a coloro che, pur essendo di modeste prospettive, lavorano in
piena coscienza e con animo puro, cercano a tutti i costi di scrivere
un messaggio per l’umanità.
Ove l’arte fa coscienza e lo spirito si predispone alla verità,
che il mondo pulluli d’artisti!
L’AUTORE

 

Generico agosto 2022

Lorenzo Piras

Dal marzo 2011 alcune cose sono cambiate e intanto, il vento, altre foglie ha trascinato con se’, unendole a quelle a noi più care. Foglie strappate, transumate e lì danzanti, sul suono del brusio dei tempi prematuramente recisi. Da quel luogo – e per sempre – ci giunge il sottile fruscio di quelle foglie sussurranti l’essenza del proprio nome: Mario, Antonio, Salvatore, Dino, Raffaele, Pino, Lorenzo. E intanto? Alcune cose sono cambiate, anche presso il civico numero otto in Via delle Rose in Piano di Sorrento. Infatti laddove v’era la tipografia: La Moderna, “ somma sapienza” ha voluto che vi sorgesse un nuovo negozio avente l’eloquente insegna: “ Fascinoso”. Spiazzante messaggio o provvida parola pregna di significati postumi, infatti: “ Alcuni dicono che / quando è detta / la parola muore./ Io dico invece che / proprio quel giorno/ comincia a vivere” – ( Emily Dickinson – Silenzi 1212). Fu diva Arte che, verso la seconda metà degli anni settanta, ebbe la bontà di farmi incontrare con il protagonista delle presenti note. Rammento che unitamente all’amico Donato Esposito ( tuttora corniciaio in Sant’Agnello), mi recai presso La Moderna per farmi stampare dei manifesti per una personale di quadri in Piano. E fu proprio tra rumori di macchine – stampatrici, odori di carte, di inchiostri, diluenti e pulviscolo di piombo che incontrai il tipografo – giornalista: Lorenzo Piras. Di lui avevo letto qualche articolo apparso su il “ Roma” e alcune recensioni dedicate agli artisti: Filosa e Salvatore Cinque. Confesso che sin da quelle poche letture, colsi a pieno l’etica morale e la vivezza intellettuale dell’autore. Dopo quel primo, casuale incontro, altri ne seguirono sino a diventarne giornalieri, amicali e vicendevolmente formativi. Sempre con maggior frequenza ed entusiasmo, salivamo sulla mitica Mini- minor rossa di Lorenzo e, alle prime luci dell’alba, unitamente a Pino Galantino, Lello de Martino o altri, ci mettevamo in viaggio per visitare mostre d’arte di Picasso, Chagall, De Chirico, Guttuso, Manzù, Raffaello, Michelangelo, Tiziano e altri grandissimi genii di ogni tempo. Ormai, ogniqualvolta che si presentava l’occasione, la nostra insaziabile voracità di cultura, sempre più ci spingeva verso Milano, Brescia, Venezia, Firenze, Roma, Bari e ancora oltre: Parigi, Salisburgo. Ecco, a quelle istruttive escursioni, Fortuna volle assommarci un ulteriore dono: il crescente numero di incontri e amicizie di primissimo profilo culturale infatti, lo scrittore- giornalista: Mario Forgione; il giornalista del “Roma “ e poi direttore de “ Il Giornale di Napoli”: Vittorio Como; gli scrittori “ Premio Strega”: Michele Prisco e Domenico Rea ; il pittore americano: Randall Morgan ; l’artista : Pasquale Forgione e tanti, tantissimi altri… finanche : Corrado Augias, divennero assidui frequentatori – amici o ospiti d’onore di quel locale che sempre più, nel corso degli anni andava divenendo unico fulcro centrale della cultura e fascinoso stimolo per l’intera penisola sorrentina e oltre. Il tutto zampillato dalle congenite qualità di grande coalizzatore e coagulatore di moti dell’animo dell’ineccepibile, autodidatta empirico : Lorenzo Piras. Aggiungo che sempre nel corso di quelle giornaliere frequentazioni, ebbi modo di rilevare che, diversamente dai molti, Lorenzo non si fermava mai dinanzi alle apparenze, ai luoghi comuni o al gusto imperante, infatti, il suo innato istinto sapeva che quelle sterili soste inducevano a buttare via, interi universi poetici o di verità ( anche di cronaca) e perciò, ogni attimo di libertà dal suo lavoro di tipografo e ogni sua risorsa ( anche economica), venivano generosamente profuse o, per smascherare il malaffare e gli intrighi dei locali, tristi politici e pubblici maneggioni o, per svelare, valorizzare e far conoscere all’intera collettività il sommo valore dell’anima: l’Arte. Altezze e bassezze della vita, tutte scrutate, meditate e vergate con abile maestria dalla fustigante, limpida penna di Lorenzo, sempre generosamente tesa a notiziare e dialogare con il prossimo : informandolo, consigliandolo, innalzandolo, rialzandolo . E ora che solo alcune cose sono cambiate, la nostra mente tenta di ricolmare le innanzi dette assenze, elencando qui le tante indelebili orme che Lorenzo ha inteso donare agli “ amici di sempre”. La stesura, finanziamento e pubblicazione del libro: “Pittori della penisola Sorrentina” ( 1977); l’organizzazione delle due manifestazioni musicali: “ Meta marinara “ ; la cura e pubblicazione dei due volumi di fotografie di Pino Galatino ; la testata del mensile “ Peninsula” ; le tantissime mostre d’arte curate e organizzate e, tra esse, la più importante: “ Pittori delle due costiere Sorrentina/ Amalfitana “ ; i tantissimi articoli apparsi su una moltitudine di giornali. E l’elenco potrebbe estendersi ancora oltre. Ma un ricordo posto al margine del presente scritto ancora bussa alla mia mente: l’irrealizzato desiderio di Lorenzo di porre in essere una stabile pinacoteca d’arte presso Villa Fondi . Infatti, ancora prima che apprendesse della sua inesorabile malattia, unitamente all’estensore del presente scritto e, all’ormai compianto giornalista Raffaele Riccardi, egli prese contatti con un politico locale al fine di effettuare la predetta pinacoteca. I dipinti ( numero 3 pro- capite) realizzati dai più significativi artisti dell’intera penisola Sorrentina, sarebbero stati da essi donati alla comunità carottese per tal fine. Ma, purtroppo, i soliti instancabili, ottusi, maneggioni pubblici locali, con uno sciame di artifici, eccezioni e pretesti, fecero sì che si disperdesse quel fattivo, nobile proposito. Ecco, al paziente lettore chiedo scusa per quest’ultimo ricordo o codicillo ma, se quella provvida insegna ha perfettamente inquadrato l’intero operato di Lorenzo Piras, decretandone a pieno, l’indelebile valore storico per tutta la penisola sorrentina, coevemente mi permetto di sollecitare i tanti frequentatori, presidenti e relatori culturali di salotti, salottini e sub- affini di operare seriamente per far sì che quella, irrealizzata pinacoteca d’arte divenga dovuta realtà recante giusta dedica alla memoria dell’indimenticabile : Lorenzo Piras. Nel frattempo, unitamente a “ gli amici di sempre”, si confida che altre cose cambino e che, di nuovo e finalmente “ Giustizia mosse il mio alto fattore”.

Gaetano Rancatore

Generico agosto 2022

A BORDO DI UNA “MINI MINOR” ROSSA PER ESSERE INDIPENDENTI

Gaetano MISTRETTA (1910-2006) e Lorenzo PIRAS (1939-2011) davanti allo stabilimento salernitano delle Arti Grafiche BOCCIA dove veniva stampato Peninsula, il mensile che condirigevano. E’una delle rare immagini di Mistretta: l’insegnante (a sinistra) originario di Torre Annunziata ma residente a Vico Equense, fondò la testata e scrisse un libro dedicato alla sua Oplontis. Lo scatto, del 18 gennaio 1984, è del fotografo Giuseppe Galantino (1929-2002), curatore della rubrica filatelica e pignolo correttore di bozze del giornale. Per rispettare l’uscita di Peninsula, “i nostri” si recavano tre volte al mese alla periferia di Salerno a bordo della Mini Minor rossa di Piras. Non vedevano una lira, ma erano fieri di diffondere il loro giornale indipendente. ”Mistretta -scrisse Lorenzo Piras su Peninsula del mese di agosto 2006- voleva che tutto andasse per il verso giusto, soprattutto non sopportava il lassismo delle amministrazioni locali. Fu sicuramente ciò che lo spinse a fondare Peninsula (…) Gaetano, all’insegnamento, amava affiancare la sua passione per il giornalismo. E ci riuscì bene, perché il giornale, come mensile, arrivava puntuale nelle famiglie alla scadenza fissata. Tre volte al mese si andava a Pontecagnano alla tipografia Boccia. Allora non c’erano i mezzi tecnici di oggi: si andava per portare il materiale, poi si andava per correggere le bozze e quindi successivamente per ritirare il giornale. Il tutto a titolo gratuito. Gaetano Mistretta sosteneva la spesa per la stampa del giornale senza mai lamentarsi. La grande passione non gli faceva lesinare quanto occorreva per pagare la tipografia. Poi quando gli anni si fecero sentire, Mistretta preferì lasciare il giornale nelle nostre mani e noi abbiamo fatto in maniera di non far morire la testata ora trentennale” Nello Pollio

Generico agosto 2022
Per l’inaugurazione della ” Pinacoteca d’arte: Lorenzo Piras”, (Villa Fondi, 17/08/22), gia’ da alcuni giorni e’ stato posto un grande tabellone sul quale son ritratti il giornalista: L. Piras e il celebre Maestro armeno: G.Sciltian. La foto, realizzata da Pino Galantino, risale a un incontro avvenuto nell’82 presso il Parco dei Principi, in Sorrento, ove, quasi ogni anno, il grande Artista vi si recava. A quell’incontro, altri fecero seguito presso l’abitazione di Sciltian e Signora Lilly, in Roma. Va ricordato che defunto il Maestro, Lorenzo Piras e la vedova dell’artista, organizzarono una mostra di grafica in Sorrento. L’avvenimento fu di spessore mondiale e anche per questo, tutto merito e grazie al giornalista Lorenzo Piras.!

Generico agosto 2022
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