L’Amazzonomachia di Sorrento e Mario Russo.

Ad un anno dalla scomparsa, Positanonews, vuole ricordare il prof Mario Russo, annunciando il restauro dei plutei raffiguranti l’Amazzonomachia , che egli tanto auspicava.

In occasione di una recente visita al Museo Diocesano di Sorrento, organizzata dalla Pro Loco Sorrento, abbiamo avuto modo di constatare de visu, i saggi di pulizia effettuati sulle lastre di Marmo, per pianificare il progetto di restauro.

Per iniziativa del Centro di Studi e Ricerche “B. Capasso” e dell’associazione Inner Wheel di Sorrento, Alessandra Cacace e Andrea Porzio hanno iniziato il restauro degli altorilievi in marmo bianco murati sulla parete di fondo del primo ballatoio nell’Episcopio di Sorrento. I marmi conservano scene di amazzonomachia e sono databili alla metà del III secolo d.C. Il restauro è autorizzato e controllato dalla Soprintendenza competente ed è dedicato alla memoria dell’archeologo prof. Mario Russo, recentemente scomparso.

Generico dicembre 2022
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Riportiamo brani tratti da Forma Italie di Mingazzini e Pfister  dedicati all’amazzonomachia di Sorrento.

FORMA ITALIAE   REGIO I   LA TIVM E1, CAMPANIA  VOLVMEN SECVNDVM   SVRRENTVM

PAVLINVS MINGAZZINI ET FRIDERICVS PFISTER   SANSONI EDITORE – FIRENZE  MCMXLVI

I MARMI DELLA CURIA ARCIVESCOVILE DI SORRENTO 201

1) LASTRA DI SARCOFACO RAPPRESENTANTE L’AMAZONOMACHIA. (TAV. XXXVI, 124)

Alt. mass., m. 1,08. Largh. mass., m. 1,flli.

Il lato superiore è integro, si che se ne è conservato anche il listello ; gli altri tre lati sono incompleti, ma la parte mancante dev’essere minima.

Da sin. v. destra : un Greco che afferra un’Amazzone per i capelli, tirandola giù dal cavallo impennato. Ambedue sono volti verso destra. In basso, fra i due contendenti, un Greco (elmo con visiera a punta), caduto sulle ginocchia, che regge le briglie del cavallo, caduto anch’esso. Segue il gruppo di Açhille e Pentesilea. L’eroe stringe nella sin. la lancia e si volge indietro, con la destra sorregge la regina che si abbandona morente. In basso, testa di un cavallo caduto, forse quello stesso della regina.

Più a destra, gruppo di un Greco appiedato ehe si difende contro un’Amazzone tL cavallo. Sotto il cavallo dell’Amazzone, Greco inginocchiato che a1Ierra per i capelli un’Amazzone caduta.

Come giustamente osserva la dott. Rocco, il sarcofago si riattacca principalmente al sarcofago di Benevento (Robert, tav. XL, n. 95); non sappiamo però se questo basti per fare dei tre sarcofagi campani (i due sorrentini e quello beneventano) un gruppo a sé, distinto dal gruppo maggiore <lei sarcofagi urbani. Certo è che, pur restando fedele al consueto schema del gruppo di Achille e Pentesilea nel mezzo, fra due gruppi, ciascuno dei quali presenta un Greco appiedato che tira giù dal cavallo un’Amazzone per trucidarla, gli autori (o l’autore) dei tre sarcofagi campani han voluto introdurre un po’ di chiarezza nell’insieme diminuendo il numero delle figure e facendole quindi più grandi. La riduzione è· massima nel nostro sarcofago, minore nel seguente, minima in quello beneventano.

Ma poiché d’altra parte non si è voluto lasciare nemmeno un centimetro di fondo libero e

si è dato alle figure meno impo􀐝tanti dimensioni minori che a quelle principali, il risultato non è stato né troppo chiaro né troppo felice.

Esecuzione e disegno sono talmente simili a quelli del n. seguente, che i due sarcofagi debbono essere non solo contemporanei, ma della stessa mano.

llrnLIOGH.Al<‘IA :

ANNA Rocco in Rendiconti della R. Accademia di Arch., Lettere ed Arti <lella Bocietà Reale di N apuli,’

XXI, 1941 ; tig. 1.

  1. ANASTASrns, l!Jlucubrat-iunes, II, p. 277 (la dà come esistente nel Pal. Episcopale, interpretandone

il soggetto come il Ratto <lellc 􀐞abine. Si può dubitare se t.rat.tii;i di questa lastra o della seguente).

AL °FASULO, o. c., p. 479, in principio (la dà come esistente presso il sig. Francesco De Luca nel 1854).

 

  ALTRA LASTRA Dl  SARCOFAGO CON SCENE DELL’AMAZONOMACHlA. (TAV. XXXVl, li5)

Alt. mass., m. 118 ; largh. mass., m. 1,56.

Integra in alto ed in basso, mutila ai lati.

Procedendo da sin. verso destra : un Greco, nudo ad eccezione dell’elmo e della clamide, Con la spada (ne resta solo un moncone) nella destra, tira giù dal Cavallo impennato   un Amazzone che volge  lo sguardo verso di lui e sembra afferrarsi i capelli con la sinistra ; nell’avambraccio sin. tiene infilata la pelta. Di tra le gambe del Greco sbuca un guerriero caduto in avanti, che con la sinistra stringe al morso le redini del cavallo caduto. Il centro della scena è occupato dal consueto gruppo di Achille e Pentesilea. L’eroe stringe nella sinistra la lancia e si volge indietro ; con la destra sorregge la regina che si abbandona morente, ma che nella sinistra stringe ancora la bipenne e porta ancora infilata la pelta all’avambraccio sin. Più a destra, gruppo <li un Greco che con la sinistra trattiene il

polso destro di un’Amazzone a cavallo, la quale stava per colpirlo con l’ascia. Fra le gambe del Greco, un cavallo caduto. Fra il Greco e Pentesilea, un Greco a terra, nell’atteggiamento <li chi è ferito : stringe infatti la coscia sinistra con la mano sinistra. Più a destra ancora, un’Amazzone (incompleta) e la testa del suo cavallo. Sopra la testa del Greco ferito, una testa quasi di faccia, sim!le ad un satiro barbuto, di cui non sappiamo dar ragione.

Bi noti che i due Greci vincitori portano un elmo simile a quello della Partheuos di Fidia (protone equina fra due pennacchi), mentre i due Greci caduti portano un elmo di tipo romano (con paragnatidi, ma senza cimiero).

È adoperato il trapano con i « ponticelli». La pupilla è incisa con un semplice puntino ; la sclerotide è indicata. Anche le sopracciglia sono indicate con trattini.

Datazione : i dati stilistici e tecnici, nonché la fisionomia del Greco vincitore del gruppo di sinistra che presenta una certa somiglianza con CaracaIla, c’inducono a datare la lastra nel periodo di questo imperatore.

BiblioOGRAFIA :

ANNA Rocco in Rendiconti Ace. di Napoli, XXI, 1941, fìg. 2.

lL FASULo, o. c., p. 4 79, in principio (lo dà come esistente prei;so il sig. Francesco De Luca nel 18fH ).

 

Pentesilea fu una delle Amazzoni sconfitte da Teseo e da Eracle, vale a

dire una delle sacerdotesse guerriere di Atena, sconfitte dagli Eolici

invasori della Grecia (vedi 100 1 e 131 2). Secondo la leggenda la sua

morte avviene a Troia, forse perché si diceva che la confederazione di

Priamo comprendesse tutte le tribù dell’Asia Minore. Pentesilea non è

citata nell’Iliade, ma l’oltraggio fatto da Achille al suo cadavere è così

caratteristicamente omerico, e l’episodio è citato in tanti testi classici, che i versi che la riguardavano furono forse soppressi dai revisori di Pisistrato.

Ditti Cretese (IV 2-3) rende ancor più moderna la leggenda: dice che

Pentesilea giunse a Troia alla testa di un gran esercito e trovato Ettore già cadavere sarebbe ripartita se Paride non l’avesse allettata con doni d’oro e d’argento. Achille trafisse Pentesilea con la lancia fin dal loro primo scontro, e afferratala per i capelli la tirò giù di sella. Mentre essa giaceva a terra morente i soldati greci gridarono: «Getta in pasto ai cani quella virago affinché sia punita per aver forzato la natura femminile!» Benché Achille volesse tributarie decorose esequie, Diomede trascinò via il corpo e lo gettò nello Scamandro. Le vecchie nutrici, nella mitologia greca. rappresentavano di solito la dea come vegliarda (vedi 24 9) e Cleta («invocata»), la nutrice di Pentesilea. non fa eccezione alla regola.

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