Re Vittorio Emanuele III quella Pasqua del 1944 a Palazzo Episcopio a Ravello e Villa Guariglia a Vietri

Durante i mesi di Salerno Capitale, un periodo cruciale della storia italiana, la Costiera Amalfitana ha visto svolgersi eventi di grande importanza politica e sociale. Tra le meraviglie naturali e culturali di questa regione, due ville hanno svolto un ruolo significativo nel contesto dei tumultuosi anni della Seconda Guerra Mondiale e del periodo immediatamente successivo alla caduta del regime fascista. Villa Guariglia a Raito di Vietri sul Mare e Villa Episcopio a Ravello, hanno ospitato il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena durante quei momenti cruciali.

In un affascinante video d’epoca, è possibile osservare l’arrivo in automobile di alcuni ministri in visita al Re presso Villa Episcopio a Ravello. Le colonne della villa sono guardate da due solenni guardie in uniforme che rendono onore alle alte cariche dello Stato. Tra i passeggeri della vecchia Fiat, si riconoscono il capo del governo, il maresciallo Pietro Badoglio, e il senatore Benedetto Croce.

Villa Episcopio a Ravello non è solo una cornice suggestiva per gli eventi storici, ma anche il luogo in cui si consumò una delle pagine più importanti della storia italiana. Fu qui che il Re fu persuaso a firmare il decreto luogotenenziale in favore del figlio Umberto, un atto che avrebbe avuto profonde ripercussioni sul destino del paese. La firma del decreto, avvenuta il 12 aprile e resa formalmente esecutiva il 9 maggio del 1946 con l’abdicazione di Vittorio Emanuele, portò Umberto al trono per un breve ma significativo periodo, guadagnandogli l’appellativo di “re di maggio”.

L’importanza di Villa Episcopio come residenza reale durante quei giorni tumultuosi è evidenziata da Gaetano Afeltra di Amalfi, storico firma del Corriere della Sera. Afeltra sottolinea che la scelta di questa storica dimora come alloggio per il Re e la Regina non fu casuale. Villa Episcopio era stata selezionata dagli Alleati come luogo di convalescenza per i reduci della guerra, mentre ufficiali e soldati trovavano alloggio negli alberghi circostanti. La villa, antica residenza vescovile di proprietà del duca Riccardo di Sangro, offriva un rifugio di quiete e serenità in mezzo alle turbolenze del momento.

Gli aneddoti e le testimonianze dell’epoca dipingono un ritratto affascinante dei giorni trascorsi dai reali d’Italia a Ravello. Il Re, immerso nelle sue preoccupazioni, trovava conforto nella sua passione per la numismatica, condivisa con un prete locale. Mentre il Re pescava lungo le coste della regione, la Regina, appena operata agli occhi, suonava il pianoforte e visitava conventi e istituti religiosi. La loro presenza nella comunità locale era accolta con affetto dalla gente semplice, che li ricambiava con gesti di gentilezza e solidarietà.

La Pasqua del 1944 trascorsa a Ravello segnò un momento significativo per la coppia reale e per la storia stessa della regione. In un periodo di grandi cambiamenti e incertezze, Villa Episcopio e la Costiera Amalfitana hanno fornito un rifugio di stabilità e riflessione per il Re e la Regina, mentre il paese si preparava a intraprendere una nuova fase della sua storia.

In conclusione, le due ville – Villa Guariglia e Villa Episcopio – non sono solo testimoni silenziosi della storia italiana, ma sono anche luoghi intrisi di significato e memoria, che continuano a raccontare storie di coraggio, speranza e resilienza durante i momenti più turbolenti della nostra storia nazionale.

 

 

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