Confisca de “La Sonrisa”, il Prefetto di Napoli: “Storia finita, accertato abuso edilizio”

Per il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, il caso della confisca del “Castello delle Cerimonie” di Sant’Antonio Abate è chiuso. Sono stati commessi degli abusi edilizi accertati dalla magistratura e quindi non potrà proseguire la sua attività. Questo è quanto ha fatto capire a margine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con rappresentanti istituzionali e forze dell’ordine, tenutosi ieri mattina a palazzo Farnese di Castellammare di Stabia, al termine della quale  ha tracciato gli sviluppi futuri sull’intricata vicenda. “Storia finita, c’è stato abusivismo edilizio accertato dalla magistratura”, avrebbe dichiarato lapidariamente al termine della riunione. Questo è quanto dovrebbe accadere non appena la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione il 15 febbraio scorso giungerà al comune di Sant’Antonio Abate e farebbe scattare il provvedimento di acquisizione della “Sonrisa” al patrimonio comunale.

La dichiarazione del prefetto, immediatamente rimbalzata sui media, ha buttato nello sconforto i lavoratori della struttura scesi in piazza nella settimana scorsa per difendere il proprio posto di lavoro e per chiedere la prosecuzione dell’attività di organizzazione eventi.

Sconforto e grande delusione anche da parte della proprietà che come riportato dal sito web “AreaNapoli.it” avrebbe commentato così la dichiarazione fatta dal prefetto. “La Sonrisa è la nostra vita. Facciamo vacanza soltanto un giorno all’anno, a Ferragosto: andiamo a Capri per mantenere una vecchia usanza del papà di Imma. Pensare che tutto questo mondo possa essere distrutto significa cancellare una fetta d’Italia. Qui sono passati tutti: Mario Merola, Gigi D’Alessio, Sofia Loren, Diego Armando Maradona, il grande chef Antonino Cannavacciuolo, che ha anche lavorato al Castello, e continuerei per ore e ore… Scusatemi, siamo distrutti”.

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