Paolo Cimmino: tutti i volti delle Percussioni

Il docente del conservatorio Martucci, in concerto stasera nell’area archeologica di Fratte, alle ore 21,  ospite della XXVII edizione de’ “I concerti d’Estate di Villa Guariglia” in tour,  in un primo tempo con i suoi allievi per una suite percussion, per poi presentare in trio il suo nuovo progetto Crossover

Di Olga Chieffi

Principierà con “Millennium Bug” di Giovanni Sollima, il concerto del percussionista Paolo Cimmino, che stasera, alle ore 21, nella cornice dell’arena archeologica di Fratte, ospite della XXVII edizione de’ “I concerti d’Estate di Villa Guariglia in tour”, promossi dal Cta, ideati da Antonia Willburger, sarà protagonista in qualità di maestro, compositore ed esecutore di una performance che avrà due momenti. Si inizierà con una suite percussion, in cui Paolo Cimmino dirigerà il suo ensemble di percussioni, composto da Simone Parisi, Luca Bizzoco, Alfonso Nocera, Alex Rosamilio, Gabriel Voto e Daniele Pisciotta, aprendo proprio con questo brano dell’eclettico violoncellista, datato 1999 che riprende, in chiave minimalista, quelle sensazioni di ansia e preoccupazione dell’uomo all’alba del famigerato virus del millennio, rifacendosi a ciò che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo. Seguirà “Dimension for tambourine” di Julie Davila, un pezzo arrangiato per sette tamburelli che esplora e rivelerà un ventaglio di sonorità e timbri di questo strumento. Si passerà poi alla seconda Suite inglese in la minore, BWV 807 di Johann Sebastian Bach, che porrà in luce il suono affascinante della marimba. Siamo intorno al 1723 a Cothen e il Preludio che apre la Suite è scritto in una netta forma ternaria un grandioso pedale su un’armonia di dominante che prepara la conclusione, dove l’invenzione è nelle virtuosistiche cadenze, seguito dall’Allemanda dalle eleganti e sobrie linee imitative; che ricorrono anche nella scorrevole Corrente. La Sarabanda è costruita, quindi, su un disegno discendente che in Bach ha celebri congiunti e “variata”, con ornamentazioni che, secondo una via nota nel Settecento solo a Bach, non disturbano ma accrescono le facoltà espressive della pagina. La Bourrée I è un celebre brano nel cui inciso d’apertura si riflette la proterva allegria di un passo del II Concerto Brandeburghese, mentre nella Bourrée II intravvediamo la Musette. Chiusura  con la Giga, che per la sua continuità ritmica è conclusione della Suite. Si proseguirà, quindi, con Ghanaia di Mathias Schmitt, per Marimba ed ensemble di percussioni, in cui l’autore usa ritmi africani combinati con le sue esperienze musicali europee e tecniche non facile a quattro bacchette per lo strumento solista. Ancora un solo per marimba ed è Caleidoscopio composto da Gene Koshinski nel 2007, in cui riconosceremo un omaggio alle radici brasiliane, attraverso una leggera sensazione di samba sfociando poi in un focus più melodico. Finale con una delle marce più famose, una turcheria mozartiana, ovvero quel terzo movimento della Sonata K 331 in la maggiore l’Allegretto “Alla Turca”, dove si fa riferimento alla musica dei Giannizzeri, di moda a Vienna nella seconda metà del Settecento, con il “refrain”, che è facile immaginare suonato con l’aggiunta di gran cassa e sonagli. La seconda parte della serata vedrà protagonista, invece il trio di paolo Cimmino con Armando Colucci al pianoforte e Mario Verace ai sassofoni alto e soprano. Il progetto che ha nome Crossover, vedrà l’esecuzione di musica originale, composta dal leader, tra cui ascolteremo tracce quali “La scelta dei segreti”, “Solare”, “La tua stanza”, progetto per un disco. La lezione è quella della condivisione di un naturale senso della musica e del gusto per le armonizzazioni inusuali e raffinate, capace di un climax di bruciante intensità, prodotto da improvvisatori sensibili e innamorati della cantabilità dei propri strumenti, alla ricerca del ritmo interiore ed esteriore che regola il nostro comportamento, legge liberamente assunta che modula dall’interno ogni sua ora, con il tempo che prende forma e che non viene lasciato, così, fluire senza argini, come acqua su pietra. La melodia rappresenterà l’estremo tentativo umano di catturare l’uniformità del tempo nel suo scorrere ineluttabile e disperante, di piegarlo alla sua volontà creatrice, costringendolo in ritmi che esprimano le scansioni interiori  della vita.

 

 

 

 

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