Pompei, il soffitto che torna alla luce: Lia Trapani svela i segreti su Noos con Alberto Angela video

Lia Trapani è cittadina della Penisola Sorrentina.

Il soffitto, pur essendo collassato sotto la forza dell’eruzione, ha lasciato dietro di sé indizi preziosi. Grazie alla pazienza e alla dedizione del team di archeologi, i vari frammenti sono stati recuperati e ora stanno trovando il loro posto in un gigantesco puzzle storico. “In questa fase preliminare del lavoro,” spiega Trapani, “stiamo tentando una prima ricomposizione dell’affresco per comprenderne anzitutto lo schema decorativo.”

Questa ricostruzione ha rivelato dettagli sorprendenti. “Sicuramente abbiamo compreso che si tratta di una decorazione molto sontuosa,” continua l’archeologa, “probabilmente voluta da una committenza importante.” I motivi decorativi e la ricchezza dei dettagli suggeriscono che la casa fosse appartenuta a una famiglia di alto rango. Le somiglianze stilistiche con la famosa Bottega che decorò la Casa dei Vetti non sono passate inosservate agli esperti.

Le analisi non distruttive sui pigmenti hanno confermato l’uso di materiali estremamente costosi per l’epoca. “I colori utilizzati erano tra i più pregiati, come il blu egizio e il rosso cinabro,” precisa Trapani. Questi pigmenti erano riservati alle opere più lussuose, sottolineando ulteriormente l’importanza e la ricchezza dei proprietari di questa domus.

Ma la casa non era solo una dimora signorile. Le evidenze suggeriscono che al suo interno si svolgesse anche un’attività commerciale molto redditizia, come accadeva per molte altre abitazioni pompeiane. Questa duplice natura della casa, che combinava eleganza e imprenditorialità, offre uno spaccato affascinante della vita quotidiana nell’antica Pompei.

Grazie all’impegno e alla passione degli archeologi come Lia Trapani, queste testimonianze del passato continuano a emergere, permettendoci di riscoprire la magnificenza e la complessità delle civiltà che ci hanno preceduto. La ricostruzione del soffitto di questa casa pompeiana non è solo un’impresa tecnica, ma un vero e proprio viaggio nel tempo, che ci riporta al cuore pulsante della città sepolta dal Vesuvio.

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