Polemiche sul match tra Angela Carini e Imane Khelif, ma chi è la pugile algerina e perché se ne discute tanto?

Questa mattina alle Olimpaidi la pugile italiana Angela Carini ha sfidato l’algerina Imane Khelif ma, dopo soli 46 secondi, ha deciso di abbandonare il match degli ottavi di finale dei welter.
Le polemiche sulla partecipazione dell’atleta algerina sono cominciate già prima dell’inizio delle Olimpiadi ed in queste ultime ore stanno aumentando in maniera esponenziale.
Ma chi è Imane Khelif e perché tante polemiche intorno alla sua partecipazione ai giochi olimpici?
In molti l’hanno definita erroneamente un transgender. In realtà l’algerina è una persona con differenza dello sviluppo sessuale ovvero con un tasso di testosterone più elevato di quello medio di una donna. Stando ai documenti depositati al Comitato Olimpico Internazionale (Cio), l’atleta non è mai stata un uomo, è idonea a gareggiare tra le donne e non esiste alcuna prova a supporto dell’affermazione che sia una persona transgender. Inoltre, nel suo Paese di origine, l’Algeria, non è contemplata la transizione per coloro che si identificano in un genere diverso rispetto a quello assegnato alla nascita. Riferirsi a lei come “atleta transgender”, “algerino”, “nato uomo”, o appellativi simili è dunque non solo offensivo, ma anche infondato.
Khelif ha cominciato a praticare la boxe da bambina ed ha sempre gareggiato nelle categorie femminili. Nella sua carriera ha partecipato ai Campionati mondiali di pugilato femminile a New Delhi nel 2018 (arrivando al 17° posto), poi ha gareggiato in Russia l’anno successivo, ha partecipato a Tokyo 2020 giungendo fino ai quarti di finale e nei Mondiali femminili del 2022 a Istanbul è arrivata seconda.
Ai Mondiali 2023 l’algerina viene squalificata dopo un test di idoneità di genere, che avrebbe riscontrato in lei il cromosoma XY.
Le competizioni ai Giochi Olimpici di Parigi sono state organizzate direttamente dal Cio, le cui regole prevedono che la soglia di testosterone in circolo sia inferiore a 10 nanomoli per litro nei 12 mesi precedenti al torneo e per la durata delle gare. Mark Adams, portavoce del Comitato, ha precisato: «Si tratta di atlete che hanno boxato da sempre con le donne e che rispettano tutte le regole di ammissibilità previste da questi Giochi. Khelif non trae alcun vantaggio dalla sua situazione ormonale. Infatti, fino ad ora ha perso un incontro su quattro, proprio come Carini».

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