Ischia.“Casamicciola = Corleone” scritte shock al Majo, la zona alta si ribella  alle pressioni  

Nella tarda serata di ieri sono comparse sulle case di via Spezierie alcune scritte inequivocabili che devono far riflettere: “Casamicciola = Corleone”. La parte alta di Casamicciola Terme, epicentro della zona rossa colpita dal sisma del 2017 e dall’alluvione del 2022 , si ribella, le scritte sul “blocco 5”, su Casa Iaccarino,  l’immobile di Raffaelle che stoicamente si oppone alla demolizione della sua casa senza un perché e davanti ai blocchi dei New Jersey di casa Senese e Dotani anche esse destinate alle demolizioni pubbliche volute  del Commissario Legnini e del Comune di Casamicciola. In più di una occasione chi ha tentato di opporsi all’abbattimento pubblico senza motivo è stato redarguito con poco velate affermazioni del tipo : “ Se non delocalizzazione diamo il diniego al condono”.  Cosa che sarebbe accaduta già, fatto eccezionale in questi sette anni, ad una delle case marchiate con la vernice nera. È accaduto a piazza Majo a quasi tutti i soggetti che oggi si vedono abbattere e che si sono piegati alle pressioni per quieti vivere . Da giorni poi equivochi personaggi politici  vanno inseguendo le persone apostrofandole ed intimandole a trovarsi casa . Comportamenti inaccettabili che fin qui erano stati lontani da una comunità che voleva solo tornare a casa dopo la catastrofe. Come si scrive appunto con lo Spray : metodi che un tempo erano stati il tempo il toponimo di “Corleone”. Nel corso della notte sono poi uscite altre scritte più esplicite ed è questo il caso di Casa Dotani, proprio difronte all’immobile di Raffaella Iaccarino, riferibili, per le parti coinvolte,  anche ad un assessore della maggioranza di governo locale. Scritte del tipo: “Iaccarino hai tradito P.Maio”.Testimonianze, comunque, di una strisciante e latente ribellione una insofferenza allo stallo della ricostruzione. Sul caso indagano i Carabinieri e la polizia municipale.

O DELOCALIZZAZIONE PUBBLICA O DINIEGO AL CONDONO.LE IPOTESI SULLE SCRITTE

Sul caso delle scritte sulle macerie del Majo son diverse le ipotesi sulla mano anonima che abbia potuto segnare di nero e di argento il serpentone che attraversa la nota piazza da Via Montecito fino a via Spezieria destinate alle demolizioni pubbliche di cui dicevamo. Resta lo scontro tra la popolazione e la politica. All’inizio l’attenzione di tutti è andata sulla ribellione alla politica e alle condotte dei suoi esponenti. Tra le tesi più accreditate sulle scritte che alludono a metodi mafiosi di stampo siciliano (c’è da chiedere scusa ai corleonesi. ndr) c’è quella di una aperta protesta del centro antico demolizioni pubbliche imposte dal Piano del Commissario Giovanni Legnini ed affidate al RUP Marco Raia con la condivisone del comune. Abbattimenti che verrebbero imposti anche con metodi poco istituzionali che non depongono certo a favore. C’è una corposa narrazione in tal senso. Tutto accade nei luoghi dove di fatto in una maniera o in un’altra c’è una aperta divergenza tra i decisori e la popolazione. Tutto accade, sicuramente, dopo la ferma opposizione di Raffaella Iaccarino ad avvallare l’abbattimento e la delocalizzazione di casa sua senza avere contezza delle motivazioni e del futuro. La protesta ha assunto adesso, inconfutabilmente, anche forme molto più plateali e visibili, la cui eloquenza da adito però ad interpretazioni. Prima è comparsa una scritta: “casamicciola=Corleone” sulla casa di Raffaella Iaccarino. Che la può dire lunga sul fatto di come molta gente si sia vista quasi imposta questa decisione di demolire e non sia stata condivisa.  Ci si metta poi che a chi si è opposto è stato annunciato il diniego al rilascio dell’istanza di Condono ebbene allora il quadro è chiaro: c’è la ribellione al metodo della imposizione e dell’ “o delocalizzi o non ti do il condono”. La scritta che allude al “metodo Corleone” che ha caratterizzato la mafia siciliana dei tempi bui compare più o meno nello stesso momento è apparsa anche su via Montecito sui blocchi di casa Senese. Tutte in nero.Successivamente nella notte è poi scattata la mano della vernice “argento” sui blocchi di Casa Dotani in via Spezieria a pochi passi dalla prima scritta. E quello che verosimilmente potrebbe ritenersi un chiaro riferimento all’assessore in carica, Annalisa Iaccarino, eletta tra le fila dell’opposizione con Giuseppe Silvitelli e poi passata alla corte di Giosi Ferrandino. Una scritta breve: “Hai tradito P.Maio”. L’assunto potrebbe riferirsi all’assessore, proprio lei che aveva eretto le sue campagne elettorali sul  Comitato “Risorgeremo nuovamente”, fondato a nemmeno 48 ore dal terremoto del 21 agosto del 2017 ponendosi, all’insaputa dei più, a paladino dei  terremotati. Evidentemente oggi chi abita e risiedeva un tempo in zona non accetta il fatto che lei supinamente ha, non soltanto avvallato la decisione dell’amministrazione, ma evidentemente con il suo silenzio l’ha totalmente condivisa, sostenuta e, secondo alcuni, spinta oltremodo. Questo sarebbe stato visto da molti come un cambio di rotta rispetto a quello che diceva fino a qualche anno fa e da qui la scritta. Va anche detto che giorni fa, nel corso di una uscita pubblica in consiglio comunale, l’Assessore Iaccarino aveva accusato la minoranza di usare metodi mafiosi e di essere responsabile delle morti della alluvione a causa dei mancati sgomberi da sisma, però. Questo rispondendo al consigliere Stani Senese con cui aveva corso in tandem alle ultime elezioni e  che invece chiedeva “maggiore comprensione per i terremotati ad evitare scorribande e persecuzioni burocratiche con continui avvisi e minacce”. Non a caso, la scritta che riferisce ad una Iaccarino è stata dipinta, come dicevamo, sui New Jersey davanti alla Casa di Raffaelle Iaccarino sul fronte opposto della strada. Raffella, va detto, condivide il suo immobile con i parenti, suo Fratello Vincenzo Iaccarino, ma anche suo zio e padre di Annalisa Iaccarino Giovanni Antonio.Non è mancata chi, sia pure in veste minoritaria, si è chiesto se la destinataria di questa scritta potesse essere, paradossalmente non Annalisa, ma Raffaella, nel sospetto che insomma questo suo atto di diffida e contrasto alle demolizioni pubbliche possa, comunque rallentare un processo di ricostruzione, il cui stallo sta in ogni caso creando malessere. Una tesi che ovviamente è molto poco gettonata, proferita a denti stretti, ma che comunque qualcuno come ipotesi anche provato a formulare e che appare giusto rilevare per correttezza della informazione. Resta una realtà inconfutabile ed è il conflitto  che in questo momento si sta vivendo tra gli ex residenti ed i decisori istituzionali e che istintivamente nelle scritte richiama la protesta e l’attacco alla politica che mostra metodi coercitivi e sgradevoli. Saranno le autorità a fare chiarezza.

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