Corruzione all’Europarlamento, arrestata la segretaria di Martusciello

Continuano il terremoto e gli arresti al Parlamento europeo. E questa volta, dopo i lobbisti finiti in manette con l’accusa di corruzione di almeno 15 ex e attuali europarlamentari in favore di Huawei, a essere colpita dal provvedimento è Lucia Simeone, detta Luciana, storica assistente e capa dell’ufficio dell’europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello. Appresa la notizia, nel merito ci sono ha quattro conferme da ambienti Forza Italia, del Parlamento europeo e dalle forze dell’ordine. Da quanto si apprende, la donna è stata portata al carcere di Secondigliano con l’accusa di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione.
Non è ancora chiaro se l’arresto della donna, effettuato dalla Polizia di Stato, originaria di Ercolano e collaboratrice da anni del capodelegazione forzista all’Europarlamento, sia legato allo scandalo sulla presunta corruzione da parte di lobbisti di Huawei nei confronti di almeno 15 tra ex e attuali europarlamentari. Ciò che è certo è che quello di Martusciello è uno dei nomi più importanti tra quelli emersi dalla nuova inchiesta della Procura federale belga che, al momento, ha portato ad almeno cinque arresti e a 21 perquisizioni tra Francia, Belgio e Portogallo. Proprio durante una di queste perquisizioni, le autorità belghe hanno apposto i sigilli a uffici del Parlamento europeo in uso proprio a Forza Italia, gli stessi locali che nel corso della precedente legislatura erano riservati agli assistenti di Martusciello.
L’europarlamentare non risulta indagato, ma il suo nome è emerso in relazione a una lettera, della quale è primo firmatario, con la quale nel gennaio 2021, con altri sette membri della Plenaria.
Non si può ancora stabilire se il provvedimento cautelare sia stato legato alla prima o alla seconda indagine relative a Martusciello, ossia a quella aperta sui presunti casi di corruzione connessi alle sorprendenti iniziative assunte dallo stesso Martusciello, ma anche da altri parlamentari, in difesa delle richiesta di due colossi cinesi della telefonia mobile e delle telecomunicazioni, ci riferiamo a HUAWEI e LTE, rispetto alla questione 5G; l’arresto della Simeone potrebbe essere relativo all’indagine sulle firme apposte fraudolentemente – secondo la procura belga – da Martusciello e dal suo collega Giosi Ferrandino, eletto nel PD alle Europee del 2019 e poi transitato in Azione, partito di Carlo Calenda.
Si tratta di un’attività con Martusciello avrebbe fatto risultare presente Ferrandino alle sedute del Parlamento Europeo, venendo ricambiato dal politico ischitano, con la conseguenza che entrambi sarebbero riusciti a intascare diversi importi a corrispettivo delle diarie da 350 euro, previste per ogni presenza alle sedute dell’Europarlamento.