DEPERO E POSITANO, INAUGURATA LA SUA CASA A ROVERETO foto

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Apre a Rovereto il 17 gennaio ( a un secolo dal proclama di nascita del Futurismo, quello di Marinetti il 20 gennaio 1909) il primo e unico museo futurista d’Italia, nato da una originale visione di Fortunato Depero negli anni Cinquanta del ‘900. Di Depero e del suo rapporto con Positano e la Costiera Amalfitana ne ha parlato Erminia Pellecchia sul quotidiano Il Mattino. «Sono curioso di visitare la Casa Depero, un po’ la sentiamo nostra, tant’è che lo scorso anno Daniele Esposito, il giovane custode di villa Clavel, ha donato due disegni dell’artista futurista al Fondo Depero del Mart di Rovereto». Domenico Marrone, sindaco di POSITANO, accarezza l’idea di un gemellaggio tra la cittadina trentina e la perla della Costiera amalfitana nel segno di Fortunato Depero. «Tra il 1919 ed il ’20 con la moglie Rosetta è stato spesso a POSITANO, ospite dello scrittore svizzero Gilbert Clavel – racconta Marrone – Giocava di frequente a scacchi sulla spiaggia con Semenov e; grazie a loro, è nata la nostra passione per questo gioco. Il circolo degli scacchi, presieduto dall’imprenditore e collezionista d’arte Giulio Gargiulo, ha come logo, infatti, il disegno della scacchiera fatto da Depero alla Torre di Clavel. L’originale lo conserviamo insieme ad altri suoi inediti, che saranno ospitati all’interno del Museo del Viaggio di prossima realizzazione». Il museo, dedicato agli artisti italiani e stranieri che hanno soggiornato a POSITANO, dovrebbe aprire le porte nel 2010 e tra le prime mostre tematiche, annuncia il sindaco, ci dovrebbe essere l’omaggio a Depero. «Quando avrò la certezza piena dalla Regione – assicura Marrone – prenderò contatto con il mio collega di Rovereto, Guglielmo Valduga, e con la direttrice del Mart, Gabriella Belli, per i prestiti delle opere che, per colori e suggestioni, ricordano la Costiera amalfitana». Ad essere interessata a Fortunato Depero è anche la direttrice dei musei provinciali di Salerno, Matilde Romito, da anni dedita a recuperare e documentare le storie del «Viaggio a Sud» di intellettuali ed artisti, in particolare di quelli legati alle vicende positanesi. «Ho appreso dalla stampa – dice – che l’archivio del Mart di Rovereto, in occasione del progetto espositivo «Futurismo 100», ha curato la pubblicazione dell’inventario del Fondo Fortunato Depero, formato da oltre diecimila documenti. Visiterò Casa Depero prestissimo. Sarà l’occasione per confrontarmi con Francesca Velardita che ha lavorato all’inventario, sperando di trovare lettere, foto o altro sulla presenza di Depero e di sua moglie Rosetta a POSITANO». La verde cortina delle Alpi, l’azzurro sfolgorante del Golfo di Salerno: Rovereto e POSITANO, così distanti, così vicine per suggestioni, emozioni, palpiti artistici, si trovano gemellate nel segno di Depero. l’artista che, nella sua vita di vagabondo, ha elette entrambe a suo buen retiro. Uno spicchio di POSITANO abita nella Casa d’Arte Futurista Depero che il Comune di Rovereto, d’intesa con il Mart (Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) che possiede la più grande collezione di opere dell’artista, ha inaugurato sabato scorso, in occasione di «Illuminazioni», prima mostra del progetto «Futurismo Cento». Una casa-museo trasognata, dove avanguardia e memoria dialogano armoniosamente. Uno spazio dell’anima reso tale dall’ingegno e dal cuore dell’architetto Renato Rizzi, che ne ha curato il restauro, ricreando le atmosfere del periodo più fervido di Depero: gli anni romani, lo sfortunato viaggio a New York, soprattutto il soggiorno tra il 1916 ed il 1919 tra Capri e POSITANO, ospite dello scrittore svizzero Gilbert Clavel. L’involucro è austero, sobrio nello spirito dell’edilizia medioevale di Rovereto; l’interno è una finestra sul Mediterraneo: gli arazzi dai colori fantastici, i percorsi, le volte, le aperture che occhieggiano sulla facciata ripropongono lo stile ardito della torre della spiaggia di Fornillo, acquistata da Clavel il 2 febbraio del 1909 ed attualmente di proprietà della principessa Borghese. Un’amicizia più che fraterna quella tra lo svizzero ed il trentino. Si può quasi dire che Casa Depero è in parte Casa Clavel. Il suo nome riecheggia sulle pareti, è impresso nella copertina, bene in vista del decadente libro «Un istituto per suicidi», per il quale Depero realizzò tutte le immagini a corredo. Un legame che dura oltre la morte. Non potrebbe essere altrimenti. Lo scrittore miliardario adotta l’artista sfigato, lui lo ricambia cercando in tutti i modi di restituirgli il sorriso e di fargli dimenticare la malformazione, causa prima della sua infelicità. Nell’epistolario di Depero c’è una pagina che commuove: insieme camminano per le strade di Capri, il pittore ha la giacca imbottita a mo’ di gobba per dare forza all’amico che gobbo lo è davvero. Ad immortalare le loro vicende in un appassionante romanzo è lo scrittore Carlo Knight, autore del libro «La torre di Clavel» (Edizioni La Conchiglia». Non solo invenzione; all’interno si trovano innumerevoli brani del diario di Clavel. Il primo incontro è nel 1918 a Roma. L’impresario di balletto Michele Semenov, aiuto di Sergej Djaghilev della Compagnia dei Balletti Russi, conduce Clavel – si sono conosciuti a POSITANO – nell’atelier di Depero al quartiere Prati. «Entra nel mio studio – annota l’artista – e, davanti alla scena plastica che sto costruendo, rimane sorpreso. Mi dice che sta scrivendo una novella che si svolge su di un’isola di flora irreale, popolata da architetture fiabesche. Così ci conosciamo, ci comprendiamo, diventiamo amici. E mi invita a Capri…». Da Capri a POSITANO ci vuole poco, quattro ore in barca a vela. Clavel desidera che Fortunato e Rosetta vedano la torre che ha acquistato e il cui restauro è divenuto per lui un’ossessione. È la primavera del 1919. Semenov li aspetta sulla spiaggia con un fiasco di vino, «come se stesse sventolando una bandiera». Arrivano a Furnillo. Depero estrae l’album e comincia a disegnare. Prende appunti, schizza qualche particolare, abbozza un paio di ritratti di Gilbert. È di ottimo umore, soddisfatto. «Tra un paio di settimane vedrai cosa verrà fuori da questo materiale». Ne verrà fuori un disegno futurista, straordinariamente simile all’utopica e avveniristica torre che Clavel aveva in mente e che rimase, purtroppo, irrealizzata.

 

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