Lezioni ed esami, tirocini e discussione della tesi. Poi, finalmente, anche la laurea e le meritate celebrazioni. Dopo i festeggiamenti, però, arriva il momento delle decisioni più complicate: cominciare subito a inseguire i propri sogni, continuare a studiare, provare a fare pratica oltre il tirocinio. Ma se il desiderio è quello di cercare un lavoro subito dopo l’università, invece, la prima cosa da fare è creare un buon curriculum infermiere per neolaureato. Il curriculum vitae è un biglietto da visita di fondamentale importanza, infatti, sia per neolaureati che per persone con grande esperienza: un documento personalizzato ed efficace è in grado di fare la differenza in fase di ricerca del lavoro. A proposito di lavoro, in questo articolo vediamo alcuni suggerimenti su come trovare un’occupazione nel settore anche da neolaureati.
Come abbiamo accennato, il curriculum vitae è essenziale per la ricerca del lavoro. Quando un datore di lavoro ha bisogno di assumere, infatti, parte proprio dall’analisi dei CV degli aspiranti infermieri. Trattandosi del primo criterio di filtraggio e selezione dei candidati migliori, specialmente quando tante persone rispondono a un annuncio per una posizione aperta, è necessario curarlo con grande attenzione e può essere utile anche adattarlo a ciascuna candidatura. Ma non è tutto: in moltissimi casi, infatti, anche la lettera di presentazione o cover letter assume un ruolo centrale. Quest’ultimo documento, solitamente, non è solo un modo per parlare delle proprie motivazioni, ma è anche utile per mettere in ulteriore risalto e approfondire le esperienze più rilevanti e più vicine alla posizione per la quale ci si sta candidando. Non bisogna dimenticarsi, dunque, di evidenziare i punti di contatto con i requisiti indicati dal datore di lavoro, o di sottolineare eventuali referenze di un certo spessore.
Tutte le università offrono servizi di orientamento al mondo del lavoro. In generale, si tratta di strumenti molto preziosi per approcciarsi al mercato del lavoro al termine del programma di studi. In alcuni casi, per esempio, vengono organizzate vere e proprie giornate per l’orientamento, con lo scopo di offrire a studenti e neolaureati la possibilità di entrare facilmente in contatto con diverse realtà, molto spesso ospedali o istituti che cercano neolaureati. Costruire una buona rete di relazioni con altri dipendenti del settore medico, infatti, è sempre una buona idea. I servizi di job placement universitari, inoltre, facilitano la ricerca e l’individuazione di annunci specifici per ruoli vacanti, ma possono anche rappresentare una risorsa utile per poter migliorare le competenze trasversali o per approcciarsi in maniera più efficace a un colloquio con un datore di lavoro.
L’altro aspetto da curare con grande attenzione è quello del colloquio. Superata la prima fase di selezione, attraverso il curriculum vitae e la cover letter, normalmente si viene convocati per uno o più colloqui in cui ci si interfaccia direttamente con le risorse umane, i datori di lavoro o i responsabili delle assunzioni. Il suggerimento principale, in questo caso, è quello di provare a cercare informazioni sull’ente che sta offrendo una posizione: la sua storia, la sua missione, la sua organizzazione. Ancor più importante, però, è saper rispondere alle più classiche domande, come quelle sui propri punti di forza e sulle proprie debolezze. Un buon modo per conquistare chi ascolta il neolaureato è quello di riuscire a portare esempi concreti delle proprie esperienze, delle proprie competenze cliniche, ma anche delle capacità di pensiero critico e delle abilità in termini di lavoro di squadra. Attenzione, però, anche a farlo con una certa naturalezza durante il discorso. Per fare una buona impressione, inoltre, il suggerimento è quello di scegliere un abbigliamento professionale, non troppo ricercato, ma neanche del tutto casual, e di arrivare all’appuntamento con un certo anticipo, senza esagerare. Avere a portata di mano anche qualche copia del CV, delle certificazioni o di altri documenti significativi può essere utile, ma anche una mail di ringraziamento per l’opportunità concessa rappresenta, solitamente, una buona idea.
In un mondo sempre più digitale, anche la ricerca del lavoro può essere condotta comodamente online. Ci sono diverse piattaforme dedicate proprio agli annunci di lavoro, con la possibilità di filtrare facilmente la ricerca anche in base al grado di esperienza richiesto da chi assume. Per questo motivo, un neolaureato alla ricerca di una posizione nel settore infermieristico dovrebbe cercare di registrarsi a più di un portale per le offerte di lavoro, curando il proprio profilo per risultare più attrattivo agli occhi di un datore di lavoro. Inoltre, la maggior parte di questi siti consente di attivare notifiche via mail per rimanere costantemente aggiornati sulle nuove offerte più in linea con le preferenze e per essere sempre tra i primi a inviare la candidatura. A volte potrebbe sembrare un’attività noiosa, ma non c’è modo migliore per riuscire a non perdere neanche un’opportunità di lavoro.
Abbiamo accennato qualcosa su questo tema parlando dei servizi di orientamento in ambito accademico, ma è altrettanto utile fare un passo avanti. Il networking, in generale, incrementa le possibilità di trovare un lavoro in diversi settori e quello infermieristico non fa eccezione. Il consiglio, dunque, è quello di unirsi ad associazioni e partecipare a fiere dedicate al mondo del lavoro ed eventi specifici, se necessario anche da remoto, ma ci sono anche le esperienze di colleghi e compagni di corso con qualche anno in più che possono contribuire a fornire spunti interessanti o a creare qualche opportunità di mentorship. Naturalmente, anche i social media non vanno sottovalutati, specialmente per scopi di networking: interagire con professionisti infermieristici direttamente o all’interno di gruppi tematici è una buona strategia, ma questi ambienti consentono anche di mettere in luce la propria competenza tramite post o all’interno dei vari thread.
Per riuscire a trovare un lavoro più facilmente da neolaureati nel settore dell’infermieristica, il nostro suggerimento è quello di non trascurare alcun tipo di dettaglio, dalla fase di ricerca sino al saluto finale in sede di colloquio. Ci sono alcuni errori piuttosto comuni che sarebbe bene evitare, anche perché non richiedono particolari sforzi. Quando si intende avanzare la propria candidatura, per esempio, bisognerebbe farlo con un indirizzo email che in qualche modo suoni professionale, mentre nelle mail e nelle cover letter devono essere evitati errori di ortografia, di grammatica e di sintassi: meglio utilizzare uno stile diretto e asciutto, limitando il pericolo di errori.
A proposito di attenzione, anche la procedura per l’application può presentare delle insidie: il formato o la dimensione del CV o della cover letter non adeguati, le foto, le scadenze non rispettate, eventuali dati dettagli omessi possono portare il datore di lavoro a scartare una candidatura prima ancora di averla realmente analizzata, ma il processo di selezione è severo e non ammette distrazioni. Anche per questo motivo, è utile saper essere davvero pronti a tutto, comprese eventuali domande su potenziali scenari in ambito lavorativo: non sono ammesse risposte che facciano trasparire insicurezza. Nel campo dell’infermieristica, per esempio, è utile dimostrare di avere lucidità e nervi saldi, ma anche di essere consapevoli di quello che non si dovrebbe fare. Questo genere di domande, poste in vari momenti nel processo di selezione, possono essere un buon modo per evidenziare le proprie competenze di base.
Dobbiamo ammetterlo: da neolaureati, e quindi da persone con un bagaglio di esperienze piuttosto contenuto, occorre armarsi di pazienza in fase di ricerca del lavoro. Vale un po’ per tutti i settori del mercato del lavoro: può capitare che un datore di lavoro non risponda o preferisca profili diversi in fase di selezione o anche dopo un colloquio, ma è fondamentale non perdere mai la motivazione e la positività. La ricerca del lavoro è anche un momento per perfezionare le modalità e le strategie per l’individuazione di una mansione in linea con le esigenze personali, le competenze maturate e, soprattutto, le aspirazioni. Anche un colloquio che dà esito negativo può essere d’aiuto: aiuterà a prestare maggiore attenzione ad alcuni aspetti apparentemente secondari come il contatto visivo con l’intervistatore o la stretta di mano che deve essere sicura, ma non eccessivamente forte. In altre parole, qualsiasi passo si compia in fase di ricerca del lavoro è anche una palestra per ciò che verrà. Per questo motivo, anche di fronte a qualche risposta negativa, bisogna conservare sempre calma e positività, ma anche essere proattivi e saper fare un lavoro di autoanalisi su cosa potrebbe non aver funzionato.