Una recente direttiva europea in tema di parità salariare prevede maggiore trasparenza negli annunci di lavoro che dovranno recare maggiori dettagli in merito alla retribuzione e allo stipendio previsto. In altre parole, le aziende che cercano forza lavoro devono indicare quanto sono disposti a pagare per il posto offerto. È quello che serve, secondo il Parlamento europeo, per garantire un corretto trattamento economico e parità salariale, a prescindere dal genere del candidato. L’Italia ha tempo tre anni per recepire la direttiva e tradurla in legge. È inevitabile che questa novità porterà uno scossone e una rivoluzione non da poco all’interno del mercato del lavoro che nel nostro Paese è piuttosto congestionato e complesso.
È sufficiente fare un giro tra i siti che raccolgono annunci di lavoro per accorgersi immediatamente che nessuno indica il salario previsto. Inoltre, se il candidato osa chiederlo durante il colloquio di lavoro, viene subito bollato come venale e irrispettoso. In altri termini, viene visto negativamente chi invece di pensare a trovarsi un’occupazione stabile pensa solo al portafoglio. Chiede informazioni sulla paga durante il colloquio è considerato ancora un tabù ma non è corretto pensare questo. È una questione che ha a che fare con la trasparenza e la giusta retribuzione, cosa difficile da sapere altrimenti se non controllando le recensioni e le opinioni su GoWork.
Secondo quanto rilevato, le aziende tengono segreta la retribuzione pervista per un incarico in maniera da regolarla in base a chi si trova davanti. Per farla semplice, se alla fine decidono di assumere una donna, la retribuzione sarà più bassa, anche fino a un 20 %. È la semplice e pura realtà, sebbene estremamente discriminatorio. Le cittadine europee rispetto ai colleghi maschi recepiscono una busta paga minore in barba al diritti dei lavoratori. Per tutelare la forza lavoro, arriva quindi una legge che mette fine al segreto retributivo. Le informazioni sugli annunci dovranno quindi essere più espliciti in merito a questo aspetto e più trasparenti rispetto a prima.
L’obbligo riguarda, per ora, solo le grandi aziende cioè quelle che hanno più di 100 dipendenti all’attivo. Inoltre, tutti i lavoratori potranno conoscere quali sono i criteri usati per definire gli stipendi e anche gli aumenti salariali. Specificare il livello retributivo potrà essere fatto nero su bianco pubblicando l’annuncio di lavoro oppure durante il primo colloquio, senza che il lavoratore ne debba far menzione.
Inoltre, per le aziende che offrono una posizione, sarà vietato domandare informazioni in merito alle retribuzioni precedenti presso gli altri posti di lavoro. Questo aspetto potrebbe sembrare banale e inutile ma serve per evitare che la storia salariale possa influenzare il nuovo livello di salario proposto. Per chi no dovesse rispettare le regole, sono pronte sanzioni di vario tipo che sono a discrezione dei singoli Stati i quali dovranno dissuadere da pratiche scorrette. Il lavoratore, infine, avrà diritto a un risarcimento nel momento in cui le aziende non dovessero rispettare le misure di trasparenza previste a livello europeo.