Il settore delle tecnologie digitali è oggi uno dei più dinamici. Formarsi per svolgere una professione in questo ambito, quindi, può rivelarsi un investimento saggio per il proprio futuro lavorativo. Uno tra i mestieri da valutare è quello di programmatore informatico, posizione con una buona richiesta sul mercato del lavoro e con prospettive di carriera interessanti. Per svolgere questa professione non è sempre necessario ottenere una laurea, si possono infatti scegliere anche opzioni di studio di durata più breve. In alcuni casi, diventare programmatore informatico può essere il primo passo per avvicinarsi al settore, per poi proseguire la formazione e dedicarsi a sviluppo di software, sicurezza informatica, creazione di videogame o altro ancora.
Una laurea in Informatica o in Scienze informatiche è certamente un possibile percorso formativo per diventare programmatore, ma come già accennato non è l’unico. Questa opzione ha il vantaggio di fornire basi teoriche molto approfondite, ma richiede impegno a tempo pieno per diversi anni. Un’alternativa ottima è studiare per diventare programmatore informatico attraverso un bootcamp come Hackademy di Aulab, cioè un corso intensivo e fortemente pratico che insegna i concetti fondamentali della programmazione web in pochi mesi. Un percorso formativo di questo tipo si concentra sulle conoscenze concrete di cui si ha bisogno per lavorare alla creazione di siti web. È possibile, così, iniziare a lavorare in tempi relativamente brevi, soprattutto se si sceglie un corso con certificazione riconosciuta dalle aziende.
Esistono, inoltre, tantissime risorse in rete con lezioni pensate per chi vuole apprendere le basi della programmazione, sebbene abbiano lo svantaggio di non fornire una guida né il supporto concreto di tutor o insegnanti. Si tratta comunque di contenuti buoni per iniziare a farsi un’idea sulla disciplina prima di decidere se si è pronti a investire in un corso vero e proprio.
Il principale compito del programmatore web è creare siti o applicazioni web, scrivendo da zero il codice, effettuando test, aggiungendo le funzioni richieste dal cliente e assicurandosi che non ci siano bug. Dopo aver completato un progetto ha la responsabilità su manutenzione e aggiornamenti, per far sì che la piattaforma sia sempre funzionante e sicura. La programmazione web si divide in due aree principali, ed è possibile occuparsi di entrambe come developer full-stack, oppure soltanto di una. La programmazione front end è incentrata sulla creazione dell’interfaccia utente e degli elementi interattivi. Per occuparsene è necessario conoscere i linguaggi HTML, CSS e JavaScript. Server, database e funzionamento del sito “dietro le quinte” sono invece responsabilità del programmatore back end, che lavora con linguaggi come PHP, Ruby o SQL. Inoltre, per lavorare nella programmazione servono solide soft-skill che permettono di collaborare, evitare ritardi e creare prodotti di ottima qualità. Tra queste spiccano ottima capacità di gestione del tempo e di lavorare in autonomia, ma anche buone doti comunicative e di lavoro di squadra, oltre a una certa dose di creatività e di attitudine al problem solving.
Prima di decidere se la carriera di programmatore informatico fa al caso proprio, è bene capire che si tratta di una professione che richiede la volontà di imparare continuamente e di rimanere sempre aggiornati sulle novità del settore. Anche dopo aver completato la formazione, è necessario dedicarsi a numerosi progetti pratici per affinare le proprie abilità di coding e per costruire un portfolio solido con cui fare colpo su possibili datori di lavoro. Realizzare siti con diverse funzioni, utilizzando linguaggi e approcci differenti, rafforza la capacità di trovare soluzioni efficaci ai problemi in cui ci si imbatte. Ciò si rivelerà senza dubbio utile durante il lavoro vero e proprio, sia che si decida di farsi assumere da un’azienda, sia che si preferisca essere un programmatore freelance.