Il settore turistico sta incontrando diversi ostacoli nel riuscire a trovare lavoratori in vista della prossima stagione estiva, a dispetto dei dati relativi alla disoccupazione. Mentre c’è chi suggerisce di spendere meno soldi per i sussidi e di impiegare il denaro in altro modo (per esempio per diminuire il costo del lavoro, in modo da garantire un incremento delle retribuzioni), la ricerca di lavoratori stagionali in molti settori si rivela ardua se non addirittura infruttuosa: il che appare un paradosso, se si tiene conto del fatto che nel nostro Paese il tasso di disoccupazione è pari all’8.5%. Insomma, la stagione estiva sta per iniziare, ma gli stabilimenti balneari e gli hotel sono in crisi: c’è bisogno di circa 250mila lavoratori.
Eppure le proposte di lavoro Positano non mancano, come si può scoprire navigando sulla pagina di applavoro.it dedicata alla città. Non solo nel settore turistico. Per esempio, si ricerca un addetto alla contabilità per un hotel di lusso a 5 stelle, ma c’è bisogno anche di un front office agent disposto a lavorare su turni. Uno stabilimento balneare ha avviato le selezioni per assumere un barman, mentre un albergo di classe sta valutando l’inserimento di un giardiniere per la cura del verde. Infine, ecco un beach bar che ha intenzione di assumere un cameriere runner. Chi è interessato si faccia avanti!
A questo punto, però, conviene forse introdurre una piccola precisazione per spiegare che cos’è applavoro.it. Si tratta di un portale che accoglie inserzioni e annunci di lavoro pubblicati dalle aziende, grazie a cui chiunque ha la possibilità di scoprire in pochi clic quali sono le opportunità a disposizione e le selezioni in corso. Su questo sito, inoltre, è disponibile una classifica aggiornata dei migliori lavoratori del Paese, stilata anche sulla base delle referenze di colleghi e datori di lavoro
La mancanza di lavoratori disponibili è un problema molto più serio di quel che si possa immaginare. Inoltre, non è certo una novità, dal momento che il tema tende a riproporsi in maniera quasi ciclica. Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, ha fatto notare che con tutta probabilità la colpa è da attribuire almeno in parte all’introduzione del reddito di cittadinanza. Così, tante persone magari si limitano a lavorare per tre giorni a chiamata e si fermano, per continuare a prendere il reddito. Ciò vuol dire che le istituzioni dovrebbero darsi da fare per trovare delle modifiche adeguate per il reddito, al fine di limitare i suoi effetti distorsivi che si concretizzano nel comparto turistico nel mercato del lavoro.
Il presidente del Sindacato italiano balneari Antonio Capacchione, invece, ha sottolineato che secondo lui sarebbe auspicabile traslare i soldi che vengono destinati ai sussidi altrove, per esempio per incrementare le retribuzioni con una riduzione del costo di lavoro. Ciò non toglie che, come viene fatto notare da alcuni sindacati, non tutti i contratti sono così allettanti come sarebbe auspicabile. Come dire: i lavori sono pochi per il semplice motivo che i contratti che vengono proposti dalle aziende non si possono accettare. Fra i 900 e i 1.200 euro al mese per 10 o 12 ore di lavoro ogni giorno, per di più senza poter beneficiare di giorni di riposo.
Ovviamente esistono un sacco di aziende che assumono solo in regola e si adeguano al contratto nazionale; ma purtroppo ce ne sono altre che, allo scopo di risparmiare, optano per assunzioni effettuate con contratti part time e poi costringono i dipendenti a lavorare ogni giorno per 10 o 12 ore, perfino tutti i giorni della settimana senza alcun riposo. È evidente che si tratta di condizioni vicine al disumano, per di più a fronte di retribuzioni che nei migliori dei casi toccano i 1.200 euro al mese. Nel corso della stagione autunnale del 2021, però, appena il 3% dei lavoratori intervistati attraverso un sondaggio online svolto in collaborazione tra Lavoro Turismo e Italia a Tavola ha decido di non accettare un lavoro per continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza. Dove sta, allora, la verità?