Dalle piante di cannabis viene estratto un composto chiamato cannabidiolo (CBD) che, con pochissimi o nulli effetti collaterali, aiuta a risolvere numerosi sintomi, tra cui l’ansia.
Gli effetti CBD non sono assolutamente da confondere con quelli relativi all’uso ricreativo della cannabis e in questo articolo vi spiegheremo il perché e come utilizzare l’olio di cbd per i vostri disturbi d’ansia.
Secondo un sondaggio condotto nel 2019 dall’Associazione Europea Disturbi da Attacco di Panico (Eurodap), il 79% degli italiani sperimenta sintomi d’ansia e di panico.
L’ansia è molto presente soprattutto tra i giovani e il dato è allarmante perché è spesso sottovalutata, mentre potrebbe essere il primo campanello d’allarme che annuncia futuri e ancora più preoccupanti attacchi di panico.
Questo disturbo si manifesta attraverso diversi sintomi come sudorazione, palpitazioni, apprensione, spesso accompagnati da una focalizzazione molto accentuata sull’oggetto o sul soggetto che la provoca.
Generalmente, a chi soffre di ansia vengono consigliate tecniche di rilassamento per allontanare i pensieri che la causano e per controllarne i sintomi. Quando queste non funzionano e sfociano in attacco di panico, interviene lo psicoterapeuta per tentare di risolvere, anche con prescrizioni farmacologiche.
Secondo alcuni studi, però, si è visto che l’olio di cbd interviene positivamente per ridurre gli attacchi d’ansia.
Dalle piante di cannabis viene estratto un complesso chiamato cannabidiolo (CBD) che viene spesso utilizzato sotto forma di olio.
L’olio di canapa contiene delle sostanze chimiche denominate cannabinoidi che, secondo alcune ricerche, come quella condotta dalla Indiana University (USA), è in grado di intervenire su alcuni recettori cerebrali, esattamente il CB1 e CB2 ubicati, rispettivamente, nel sistema nervoso centrale e in quello periferico.
Anche se il modo in cui il CBD influenzi tali recettori non è stato ancora chiarito completamente, si è constatato che sia in grado di alterare i segnali della serotonina, il neurotrasmettitore i cui bassi livelli sono associati alla depressione e all’ansia.
In tali condizioni di salute mentale, solitamente la cura farmacologica consiste nella somministrazione di scratralina e fluoxetin, prescritti dal medico e, come tutti i farmaci, con numerosi e vari effetti collaterali. Nel CDB invece, a differenza del tetracannabinolo (THC), anch’esso presente nelle piante di cannabis, sono stati riscontrati minimi o nulli effetti collaterali.
La ricerca, quindi, sta sempre più confermando che gli effetti cannabis sul trattamento dell’ansia sono comprovabili e duraturi.
Un’altra ricerca, questa volta condotta dal National Institute on Drugs Abuse (NIDA) ha dimostrato che il CBD è in grado di intervenire sul disturbo d’ansia generalizzato (DAG), riducendo lo stress. È stato condotto un test sui ratti, nei quali la somministrazione di cbd oil ha evidenziato un abbassamento della frequenza cardiaca, riducendo le palpitazioni.
Sull’uomo invece, uno studio è stato condotto nel 2011 dall’Università di San Paolo, Brasile. I partecipanti sono stati divisi in 2 gruppi: al primo è stata somministrata una dose di 400 mg di olio di canapa, al secondo un placebo.
Nel gruppo che ha ricevuto la dose di cbd oil i livelli di ansia sono notevolmente ridotti.
Il CBD si è dimostrato d’aiuto anche nella riduzione di sintomi quali incubi e pensiero negativo legati a disturbi da stress post-trauamatico (DPTS) sia da solo che come coadiuvante del trattamento farmacologico e della terapia comportamentale.
Bisogna fare una distinzione tra gli effetti cannabis e quelli del CBD. La ricerca infatti è conforme nel sostenere che fumare cannabis (o marijuana) può avere effetti negativi sulla salute. Questo perché, come già specificato, all’interno della cannabis è presente anche il THC, il cannabinoide dagli effetti tossici.
Il cannabidiolo, tuttavia, che è l’unica sostanza estratta dalla cannabis per la realizzazione dell’olio cbd, ha pochissimi o nessun effetto collaterale. Questa caratteristica ha permesso di valutare gli effetti cbd associati alla cura di numerosi altri disturbi oltre l’ansia.
Nonostante le probabilità che si manifestino effetti collaterali tramite assunzione di olio di cannabis siano bassi, bisogna tenerne in considerazione l’esistenza.
I più comuni effetti indesiderati sono:
Inoltre il CBD potrebbe interferire con alcuni medicinali, soprattutto con i fluidificanti del sangue e con tutti quei farmaci e integratori che contengono pompelmo in quanto sia questo che il CBD stesso intervengono su alcuni enzimi che favoriscono il metabolismo di alcuni farmaci.
È ovvio che, prima di considerare di assumere olio di cannabis, dovreste consultare il vostro medico. Attenzione anche a non interrompere l’assunzione di CBD in maniera improvvisa in quanto potreste avvertire sintomi legati all’astinenza da esso, come nausea, irritabilità o vertigini. Questi disturbi sono comunque simili alle reazioni da interruzione improvvisa di numerosi tipi di medicinali e scompaiono da soli nel giro di qualche giorno.
Una ricerca condotta nel 2018 sempre dall’Università di San Paolo in Brasile ha dimostrato che la dose minima per garantire l’efficacia del CBD è di 300 mg.
Ai pazienti ai quali erano state somministrate dosi di 150 mg, di 600 mg o di un placebo non sono stati dimostrati miglioramenti negli stati d’ansia.
È importante sottolineare ancora una volta che la terapia deve essere eseguita sempre previo parere e controllo medico poiché ognuno ha una sua storia, anche clinica, che non va mai sottovalutata.
Nonostante le ricerche siano confortanti e mostrino risultati incoraggianti, la strada nello studio di questo rimedio a numerosi disturbi è ancora aperta e le ricerche stanno rilevando effetti positivi per la cura di altre patologie, ad esempio: epilessia, disturbi neurovegetativi, diabete, arterosclerosi, morbo di Alzheimer, ipertensione, oltre ad avere dimostrato ottimi risultati nel campo della terapia del dolore oncologico.
Si è sempre quindi più interessati a capire quanto l’olio di canapa con minimi o nulli cbd effetti collaterali possa sostituire cure farmacologiche ben più pesanti o quantomeno integrarle per ridurre gli effetti nocivi.