Nato nel 1957, l’S&P 500 richiama sempre più l’interesse di investitori da ogni angolo del pianeta. In che modo, però, sfruttarne pienamente i benefici? Dai CFD agli ETF, la risposta risiede nella giusta tecnologia.
Forza, fiducia, successo. Quando si pensa all’indice S&P 500, sono queste le parole che vengono in mente alla maggior parte degli investitori. Forza, dell’economia USA; fiducia, nella crescita; successo, degli americani. L’S&P 500, infatti, rappresenta l’espressione e in un certo senso la misura del sentimento del mercato statunitense. Utilizzando una metafora, è possibile paragonarlo a un ‘faro’ che ogni giorno richiama l’attenzione degli investitori da ogni parte del mondo, intenzionati a cercare nelle sue performance un ‘porto sicuro’ per i propri risparmi.
Quali sono le ragioni alla base di questo interesse? Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro di 66 anni, più precisamente al 4 marzo del 1957, giorno in cui prende forma l’indice S&P 500 così come lo conosciamo oggi. Fu proprio quel giorno, infatti, che Standard & Poor’s decise di creare un indice capace di replicare fedelmente la capitalizzazione di mercato di 500 grandi società statunitensi misurando il valore delle loro azioni ammesse alla negoziazione pubblica. Parliamo di aziende di rilievo internazionale, oggi operanti in differenti ambiti e settori: dall’informatica all’assistenza sanitaria, dalla finanza alla comunicazione, dall’industria all’energia, passando dall’immobiliare e non solo.
Società, quelle protagoniste dell’S&P 500, diverse ma al tempo stesso accomunate da alcune caratteristiche e in grado di rispondere a due principali requisiti: disporre di una capitalizzazione di mercato maggiore o uguale a 13,1 miliardi di dollari e fornire prodotti e soluzioni dall’alto valore aggiunto in tutto il mondo. Tra le organizzazioni di riferimento
dell’S&P 500 troviamo alcune delle più grandi banche, come JP Morgan, Bank of America, Citi Group, Bank of New York Mellon o Goldman Sachs, aziende produttrici di beni e servizi di diversa tipologia, come per esempio Coca-Cola Company, Pfizer, Johnson & Johnson e Procter & Gamble, e società dall’alto contenuto tecnologico, come Microsoft, Apple, AT&T, Visa e Nvidia.
I nomi delle società appena citate mettono in luce una verità: l’S&P 500 è un indice dal grande potenziale per gli investitori di tutto il mondo. In che modo, però, sfruttarne al meglio i benefici? In un unico modo: attraverso il trading, cioè tramite quell’attività di negoziazione di strumenti finanziari condotta ogni giorno da investitori in ogni angolo del pianeta.
Le possibilità di realizzare operazioni di trading, come sappiamo, oggi sono molteplici e differenti, ma nel caso dell’S&P 500 sono principalmente due gli strumenti su cui è opportuno focalizzarsi al fine di condurre investimenti strategici e di successo: i CFD e gli ETF.
Il trading di CFD, noti anche come contratti per differenza, consente agli investitori di prendere una posizione sul prezzo di uno strumento senza possedere effettivamente l’attività sottostante e di trarre profitto sia dai mercati in calo che da quelli in rialzo. In sintesi, chi fa trading di CFD specula unicamente sul movimento del prezzo, che ovviamente può aumentare o diminuire: il compito di un trader è prevedere il movimento futuro del prezzo dello strumento su cui stai speculando, nel nostro caso l’indice S&P 500, e operare di conseguenza per trarre i benefici derivanti anche dalla leva finanziaria insita nei CFD, in grado di moltiplicare i possibili profitti frutto dell’investimento.
Come detto, un’altra via per iniziare a fare trading sull’S&P 500 è investire in ETF (Exchange Traded Funds). Gli ETF sono particolari fondi d’investimento a gestione passiva che consentono ai trader di mettere il proprio risparmio insieme a quello di altri investitori: il gestore del fondo acquista con questo denaro gli strumenti su cui il fondo andrà a investire e la performance dell’investimento sarà data dal risultato di tutti gli strumenti su cui il fondo investe. Nel caso dell’S&P 500, l’ETF replica in modo fedele l’indice tramite un paniere di attività che consente agli investitori di ottenere un’esposizione al mercato azionario senza dover acquistare i singoli titoli delle società incluse nell’indice, il che si traduce in una diversificazione del portafoglio fondamentale al fine di rendere le performance degli investimenti più stabili.
CFD o ETF, quale strumento scegliere? La risposta a questa domanda varia a seconda della tipologia di investimento che si vuole realizzare. Una cosa è certa: l’indice l’S&P 500, seppur dal grande potenziale, è spesso volatile e il suo valore può ‘muoversi’ in qualsiasi momento. Per coglierne pienamente i benefici, è essenziale essere in grado di tenere traccia della relativa quotazione in modo costante. Non si può improvvisare: è questo il messaggio che XTB, fintech internazionale quotata alla Borsa di Varsavia e uno dei maggiori broker Forex e CFD a livello globale, indirizza sul mercato. La società, tramite la pluripremiata piattaforma xStation, fornisce agli utenti quotazioni in tempo reale per contratti CFD futuri su S&P 500 tramite lo strumento US500. Non solo: la soluzione, utilizzabile anche da smartphone grazie all’applicazione xStation Mobile, dà la possibilità ai clienti di investire in diverse tipologie di ETF sull’S&P 500 oltre che su ETF specifici dedicati ai differenti rami caratterizzanti l’indice. In un’unica piattaforma, insomma, i trader hanno a disposizione diverse opportunità per investire sull’S&P 500. In modo semplice e veloce, sempre e ovunque.