Il Ravello Festival chiude idealmente il primo mese di programmazione estiva ospitando il debutto sul Belvedere di Villa Rufolo dell’Orchestra del Teatro Massimodi Palermo e del suo direttore musicale Gabriele Ferro.
L’appuntamento è per domenica 28 luglio (ore 20) quando l’Orchestra del Teatro Massimo salirà sul palco per eseguire, con il soprano Maida Hundeling e il baritono Thomas Gazheli, la Lyrische Symphonie op.18 di Zemlinsky, rara pagina che l’Orchestra e Ferro avevano già proposto a Palermo per l’inaugurazione della Stagione concertistica 2018, la Sinfonia dall’opera Oceàna di Antonio Smareglia e il finale della Salomedi Richard Strauss.
Il programma, commissionato per l’occasione, riporta in primo piano la via nuova tentata dal compositore istriano Antonio Smareglia, nel melodramma italiano, legandosi ai libretti simbolisti del poeta triestino Silvio Benco. Il secondo frutto della loro trilogia, Oceàna, ispirata dai quadri marini di Arnold Böcklin, ebbe il gran lustro di essere presentata alla Scala sotto la direzione di Arturo Toscanini (1903). Oceàna fu considerata qualcosa di estraneo, come tutta la produzione di Smareglia: troppo wagneriana per gli italiani e troppo italiana per i nordici. Fra gli autorevoli compositori che incoraggiarono Smareglia ci fu anche Richard Strauss che il 9dicembre 1905, otterrà il primo clamoroso successo in teatro con l’opera in un atto tratta dalla scandalosa Salome di Oscar Wilde, tenuta a battesimo a Dresda sotto la direzione di Ernst von Schuch. Destino infelice quanto quello di Smareglia, ebbe Alexander von Zemlinsky, morto esule negletto in America. Direttore d’orchestra ammirato da Arnold Schoenberg e Alban Berg, alla cui statura di compositore basterebbe la sua opera più nota, la Lyrische Symphonie (1923), una sinfonia cantata, come il Canto della terra di Mahler. Sette lieder-orchestrali, i cui testi vengono dalla raccolta Il Giardiniere dell’allora famoso premio Nobel bengalese, Rabindranath Tagore.