PER NON DIMENTICARE…
Come ogni anno ci ritroveremo intorno all’altare del Signore per commemorare tutti i marittimi scomparsi in mare in occasione dell’anniversario dell’affondamento della motonave Marina d’Aequa. Come tutti ricorderanno, il suo intero equipaggio, trenta persone, la maggior parte della Penisola sorrentina, scomparve con la nave, proveniente da Anversa con carico di lamiere in rotoli ed altro materiale metallico per il Messico, in una tempesta nel Golfo di Guascogna (mare e vento forza 9) alle ore 17.55 del 29 dicembre del 1981 in latitudine 45 gradi e 45’ Nord e longitudine 9 gradi e 45’ ovest.
Mi piace quest’anno ricordare quanto scritto cinque anni fa.
“ Nonostante gli anni trascorsi, il ricordo di quel doloroso avvenimento mi è sempre vivo e così il susseguirsi degli eventi di quel tragico martedì di fine anno.
La tecnologia delle comunicazioni in quegli anni non era quella dei giorni nostri e le notizie non giungevano in tempo reale. In quel giorno mi trovavo imbarcato su una nave proveniente da Malta e diretta a Reggio Calabria. Ero in servizio nella sala di controllo dell’apparato motore quando dal ponte di comando il collega di guardia mi telefonò dicendomi che la nave Theodore Fontane aveva ricevuto alle 14.43 una richiesta di soccorso da parte del Marina D’Aequa e che quella nave, dopo aver invertito la rotta, si stava dirigendo sul punto per accorrere in aiuto.
Da quel momento a bordo della nostra nave fu un susseguirsi di contatti, l’immedesimarsi nella situazione, il vivere le stesse angosce…. un pensiero alla famiglia.
Intanto la nostra navigazione continuava in condizioni di mare particolarmente agitato, consapevoli, tuttavia, che nulla era in realtà paragonabile alle avversità e a quei tragici momenti che stavano vivendo quei nostri sfortunati colleghi.
Arrivammo in porto alle 22.30, con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario di linea a causa del mare grosso: la tragedia dei nostri fratelli sul mare si era già consumata ormai da poco meno di sei ore.
Sgomento e commozione oppressero ognuno di noi. Ricordo che tutto l’equipaggio, ultimate le operazioni commerciali, si raccolse spontaneamente in silenzio nel sala dei
passeggeri ormai vuota, gli sguardi attoniti, smarriti, incapaci di profferire una parola, un pensiero, una preghiera. Poi lo sfogo liberatorio, qualche timido commento, ognuno
conosceva qualcuno dello sfortunato equipaggio, ricordava un parente, un amico, un conoscente.
Come ogni anno, è giusto e doveroso fare memoria di questa mesta ricorrenza… per non dimenticare! Il tempo lenisce il dolore, induce all’oblio. Rinverdire il pensiero conduce alla meditazione. Questa volta il ricordo di quei tragici giorni mi pesa ancora più, mi costa un sacrificio particolare. Ne rivivo ogni attimo, la stessa commozione, lo stesso sgomento di allora, il disappunto, oserei dire la stessa rabbia, la rabbia dell’impotenza e il disagio di vedersi più fortunato di fronte a un destino crudele.
Anch’io avevo tra gli scomparsi un amico, un collega del mare……abitava nell’appartamento accanto al mio. La visione di trenta persone abbracciate l’un l’altra con lo sguardo verso il cielo ed il pensiero ai loro cari mi apparve e mi appare tuttora come in un film mai sbiadito. Immagino….. vedo i loro corpi calare negli abissi e le loro anime sollevarsi leggere verso la luce.
Il senso di unione che sbocciò tra l’equipaggio di quella mia nave sono certo, per la conoscenza che ho dello spirito degli uomini di mare, ci chiama ancora una volta a raccolta in un atto di fede, di preghiera, di comunione nella memoria degli scomparsi.
Una commemorazione vera e sincera accanto ai familiari di tutti i dispersi in mare, in pace e in guerra, e sono tanti. Tutti insieme, tutti uniti, i cittadini della nostra Penisola sorrentina, le autorità civili, militari, religiose, le associazioni marinare, le altre associazioni”.
Qualche anno prima era toccato alla motonave Stabia 1 il 04/01 del 1979 che si inabissò innanzi al porto di Salerno con il suo equipaggio di 13 persone.
Meno di cinque anni dopo, il 13/01/1984 al Tito Campanella inabissatasi anch’essa nelle acque gelide del golfo di Biscaglia con il suo equipaggio di 24 persone.
Ancora il 10/04/1991 la tragedia del Moby Prince con 140 vittime e l’11/09/ del 43 la ns. Motobarca della penisola sorrentina “Giovannina” con 20 o più defunti a seguito del barbaro cannoneggiamento da parte dei tedeschi, in ritirata, fra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
Sono solo, purtroppo, quelle a noi più vicine in ordine di tempo.
Ma le tragedie del mare pare non debbano avere mai fine: il Mar Mediterraneo sta diventando anche una immensa bara per i profughi in fuga da guerre e fame ed in cerca di una vita con un minimo di dignità.
Riuniamoci, dunque, tutti in preghiera in suffragio delle anime dei morti nelle sciagure del mare con una invocazione al Signore affinché illumini i responsabili allontanandoli da egoismi e insensibilità e nulla tralascino nella promozione e nell’attuazione di quanto occorre per scongiurare tragedie e lutti. Incontriamoci e saremo, in questi tempi pesanti e carichi di incertezze, di esempio per i giovani sempre più scoraggiati, continuamente fuorviati dai buoni ideali e spinti verso falsi idoli.
Domenica 29 Dicembre p.v. alle ore 11.30 ci ritroveremo ancora una volta nella Chiesa di San Giuseppe in Sant’Agnello con il nostro Arcivescovo Mons. Francesco Alfano che presiederà la celebrazione della Santa Messa e per la cerimonia di benedizione innanzi la lapide che ricorda i nostri caduti sul mare.
Vincenzo ASTARITA – Resp. “Apostolato del Mare” Arcidiocesi Sorrento Castellammare