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Presentazione del libro di Bruno Balsamo: “Le Processioni della Settimana Santa”
Con l’introduzione di Marcello Aversa, assessore alla cultura del Comune di Sant’Agnello
È stato presentato nei giorni scorsi, in un’atmosfera densa di emozione e partecipazione, il nuovo libro di Bruno Balsamo, “Le Processioni della Settimana Santa”, un’opera che affonda le radici nella tradizione più autentica della Penisola Sorrentina, offrendo uno sguardo appassionato e documentato su uno dei riti più sentiti dalla comunità locale.
A introdurre l’evento, tenutosi presso una delle sedi culturali del Comune di Sant’Agnello, è stato Marcello Aversa, assessore alla cultura, il quale ha sottolineato l’importanza della memoria e del racconto nella costruzione dell’identità collettiva. «Senza racconto — ha affermato — le comunità non hanno futuro».
Ma se c’è una cosa certa che si può dire di Bruno Balsamo, è che egli è “il capitano dei racconti”. Racconta da sempre — con i suoi libri, i suoi oli, ma soprattutto con la parola. Il suo talento narrativo non è solo letterario o pittorico, ma umano, orale, vivo.
A testimoniarlo è stato anche un emozionato ricordo condiviso da chi ha collaborato con lui in passato. In particolare, è stata ricordata una lunga chiacchierata avvenuta in occasione di una mostra organizzata all’interno dell’ex Società Operaia, dove Balsamo portò i suoi quadri. «Rimanemmo quasi un’ora e mezza, incantati ad ascoltarlo. Era impossibile staccarsi da quel fiume di parole, immagini, storie», ha raccontato uno degli organizzatori.
Durante la serata, non è mancato un toccante omaggio al maestro Roberto De Simone, recentemente scomparso, che proprio come Balsamo ha fatto del racconto una missione culturale. «De Simone ha saputo raccontare Napoli non con storie di camorra o carcere, ma con la cultura — con ciò che davvero appartiene al popolo napoletano: la musica, le tradizioni, l’anima», ha sottolineato l’assessore Aversa.
La presentazione del libro è stata solo l’inizio: sono seguiti altri interventi da parte di studiosi, appassionati e cittadini che hanno voluto rendere omaggio a un autore che è ormai diventato un punto di riferimento nella narrazione della cultura popolare e religiosa della Costiera.
Con “Le Processioni della Settimana Santa”, Bruno Balsamo ci regala non solo un libro, ma un viaggio nel cuore spirituale della comunità, tra riti, suoni, emozioni e memoria condivisa. Un libro che è, in fondo, un atto d’amore verso il proprio territorio.
Emozione e gratitudine alla presentazione del libro “Le Processioni della Settimana Santa” di Bruno Balsamo
Intervento del sindaco di Sant’Agnello, Antonino Coppola
Si è tenuta in un clima di grande partecipazione emotiva la presentazione del libro “Le Processioni della Settimana Santa” di Bruno Balsamo, pittore e narratore dell’anima popolare e religiosa della Penisola Sorrentina. L’opera, che raccoglie una selezione dei suoi dipinti dedicati alle sacre rappresentazioni della Settimana Santa, è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Sant’Agnello, la Venerabile Congregazione dei Servi di Maria e l’Arciconfraternita della Morte di Sorrento.
Ad aprire ufficialmente la serata è stato il sindaco di Sant’Agnello, dott. Antonino Coppola, che con parole autentiche ha espresso la gratitudine dell’intera comunità verso l’autore:
«Questa pubblicazione è un piccolo ma importante segno di riconoscenza verso una persona che ha saputo raccontare la nostra identità con amore e dedizione. Bruno Balsamo, attraverso la pittura, ci restituisce l’atmosfera unica delle nostre processioni, quelle che vivremo anche nella prossima settimana, tra incappucciati, passi cadenzati e silenzi rotti dai cori e dalle voci bianche».
Il sindaco ha poi voluto sottolineare il valore culturale e affettivo dell’opera:
«Quando si guarda un quadro di Bruno Balsamo, si ha la sensazione di vivere quei momenti. C’è una profondità che va oltre l’immagine: c’è emozione, c’è memoria. E c’è un dettaglio che colpisce: in nessuna tela c’è il pubblico. Le strade sono vuote, silenziose. Come se l’artista volesse lasciare spazio solo al rito, al sacro, al tempo sospeso della Settimana Santa. Ci restituisce anche i luoghi della nostra infanzia, le chiese, le strade, il profumo dei fiori d’arancio all’alba. È come riappropriarsi di ciò che siamo».
Il sindaco ha poi ricordato con affetto il lato umano e professionale del “capitano” Bruno Balsamo:
«Al di là del suo lavoro tecnico e progettuale – ricordiamo che Balsamo ha anche progettato navi – si è sempre dedicato con passione alla nostra terra. Le sue pubblicazioni raccontano non solo Sant’Agnello, ma l’intera Penisola. Persone come lui ce ne vorrebbero di più, perché sono il cuore vivo delle comunità».
L’intervento si è concluso con un caloroso ringraziamento anche alla famiglia dell’autore, presente in sala, e un applauso che ha suggellato un momento di sincera riconoscenza collettiva.
Con “Le Processioni della Settimana Santa”, Bruno Balsamo consegna alle generazioni presenti e future un patrimonio visivo e culturale di inestimabile valore, un inno silenzioso e profondo alla fede, alla tradizione e alla bellezza della nostra terra.
La voce della memoria: Marialuce Balsamo racconta l’anima delle “Processioni della Settimana Santa”
Durante la presentazione del libro “Le Processioni della Settimana Santa” di Bruno Balsamo, uno degli interventi più sentiti e profondi è stato quello di Marialuce Balsamo, nipote dell’autore. Un intervento denso di emozione, memoria e gratitudine, capace di restituire al pubblico non solo il valore artistico dell’opera, ma anche quello umano, intimo e familiare.
«Quando mi hanno proposto di intervenire oggi – ha esordito – ho provato un misto di tensione e commozione. Mi sono chiesta a lungo come restituire quanto mio nonno ha saputo immortalare nei suoi quadri, senza cadere in un esercizio retorico. Alla fine, ho capito che la cosa migliore fosse lasciare che fossero i suoi dipinti a parlare».
E in effetti, il racconto di Marialuce ha seguito un percorso delicato e appassionato attraverso le immagini raccolte nel volume: dipinti a olio su tela che restituiscono con forza espressiva e rigore tecnico le atmosfere sospese e cariche di sacralità delle processioni pasquali della Penisola Sorrentina. Dalle strade di Sant’Agnello a quelle di Massa Lubrense, da Vico Equense a Capri, ogni tela è un frammento di fede, un tassello di storia, un pezzo di cuore.
«Queste opere – ha sottolineato – non sono solo testimonianze artistiche, ma anche documenti storici, frutto di anni di studio, perfezionamento e dedizione. Ricordo mio nonno al cavalletto, intento a ritoccare opere realizzate anche molti anni prima. Ogni dipinto è stato preceduto da un’attenta ricerca storica e toponomastica: come nel caso della piazza Tasso, un tempo chiamata piazza Castello, che ritroviamo nei dettagli visivi di una delle opere».
Il volume, infatti, si configura come un vero e proprio itinerario spirituale e territoriale, in cui la tradizione religiosa si intreccia con quella culturale e urbanistica, creando una narrazione visiva capace di coinvolgere occhi e anima. Marialuce ha illustrato alcune delle tele più significative, accompagnando il pubblico in una lettura sensibile e minuziosa delle scene rappresentate, dalle pieghe delle vesti degli incappucciati al fumo dell’incenso, fino alle espressioni silenziose dei partecipanti.
«In queste pagine – ha aggiunto – si percepisce anche lo storico locale che era mio nonno, con una scrittura sobria, mai retorica, che commuove perché riesce a farci riconoscere in ciò che racconta. È una narrazione che tocca corde profonde e che ci restituisce la nostra identità, la nostra storia, i nostri luoghi».
A chiusura dell’intervento, ha ricordato con affetto e gratitudine il ruolo fondamentale dello zio Livio Balsamo, che ha accompagnato Bruno in tutto il percorso di progettazione del volume, contribuendo anche alla difficile fase di riproduzione fotografica delle opere, curata con attenzione maniacale ai colori e ai dettagli.
La presentazione si è conclusa con la lettura, da parte di Debora Pianopoli, di un brano tratto da un altro volume di Bruno Balsamo, “Storie di gente di mare e di navi”, in cui la processione si fa metafora della comunità, della memoria collettiva, del legame indissolubile tra fede e quotidianità.
Una serata intensa, che ha visto il cuore di una famiglia intrecciarsi con quello di un’intera comunità. E che ha celebrato, attraverso l’arte e il racconto, l’eredità viva di un uomo capace di dipingere non solo volti e strade, ma anche emozioni.
Intervento di Debora Adrianopoli
Fin da piccoli, talvolta durante l’età prescolare, i ricordi della fanciullezza e della gioventù restano indelebili nella nostra memoria. Ricordo le lunghe camminate durante la Settimana Santa, quando, davanti alla statua del Cristo de Posto Bambino, il cestino di garofani rossi tra le mani era difficilmente trattenuto, e le stanchezze indicibili che ci accompagnavano. C’erano ansie da affrontare, come quella di andare, nelle ore più buie, in chiesa o nell’oratorio della confraternita per indossare il saio in compagnia del papà o dei fratelli, in un tentativo di scacciare la paura del buio.
Ricordo la prima crocetta portata a spalla, una simbolica penitenza che allora mi sembrava leggera rispetto a quelle che la vita, più tardi, avrebbe riservato. E poi, tra le fiaccole e i lampioni, le competizioni per ottenere una fiaccola da portare, come un segno di orgoglio e di appartenenza, e i compagni col volto nascosto dal cappuccio, i cui nomi erano anonimi, come anche le posizioni nella processione, stabilite secondo le capacità, le necessità, o più semplicemente dal caso, come spesso accade nella vita.
Nella mia mente, restano impressi i suoni della Settimana Santa: la melodia struggente del Miserere, le celebri composizioni funebri di Chopin e Beethoven, che riecheggiavano nel cuore delle nostre celebrazioni. E poi i canti del mattino, il profumo dei fiori d’arancio che si mescolava con l’incenso e il legno antico degli oratori delle confraternite.
Sono immagini e sensazioni che ci accompagnano per tutta la vita. Ogni ricordo sa di terra natia, di tradizioni che affondano radici profonde. Non importa quanto lontani siamo, perché questi ricordi si fanno ancora più vivi quanto maggiore è la distanza, sia essa dettata dal lavoro, dal mondo, o dal mare, come per tanti sorrentini.
E così, ogni anno, si cerca di tornare, a volte per devozione, altre per adempiere a un voto o per rispettare una tradizione che ci è stata trasmessa. Chi ha un lavoro lontano programma il suo ritorno, spesso incastrandolo con la Pasqua. E così anche i marittimi, i confratelli, e gli organizzatori si preparano, consapevoli che coloro che sono lontani affronteranno lunghi viaggi per poter essere presenti alla processione, anche se per pochi giorni. Se non è possibile tornare fisicamente, si cerca di fare altrettanto con il cuore: ascoltando la registrazione del Miserere, facendo una telefonata mentre la processione passa, commuovendosi al pensiero di ciò che sta accadendo a casa.
Mi viene in mente una storia davvero significativa, che mi è stata raccontata da Salvatore Prudente, un corista e maestro del coro del Miserere nelle processioni di Sant’Agnello. Nel 1961, Salvatore si trovava imbarcato sul transatlantico Pina, in servizio tra Napoli, Genova e il Centroamerica. La Pasqua si avvicinava, ma Salvatore, come molti altri marittimi sorrentini, sarebbe stato lontano da casa.
A bordo, il lavoro era duro, i turni di guardia pesanti e l’ambiente spesso insopportabile, tra il caldo nelle caldaie e il rumore incessante delle macchine. Nonostante ciò, la nostalgia della Settimana Santa, il pensiero della propria terra e delle tradizioni, era forte. Salvatore raccontava che, in quelle condizioni, anche se lontano dalla sua terra, la processione risuonava nei suoi pensieri. Non avendo la possibilità di tornare, decise di organizzare una piccola processione a bordo, con l’autorizzazione del comandante e del cappellano.
Un gruppo di sorrentini a bordo, che appartenevano ai cori del Miserere di Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento, si riunirono per creare quella che fu una processione davvero unica: in mezzo al mare dei tropici, lontano dalla loro terra, questi uomini di mare darono vita a una testimonianza straordinaria della loro fede, riproponendo in un contesto completamente diverso la tradizione che portavano nel cuore. La sala di soggiorno di prima classe venne trasformata in una cappella improvvisata, e la processione si snodò lungo i ponti della nave, con il crocifisso a guidare il cammino.
Per più di mille passeggeri di diverse nazionalità, questa processione divenne un’esperienza indimenticabile, un momento di emozione e riflessione che univa uomini e donne di culture diverse, tutti colpiti dalla potenza di quella tradizione sorrentino-marinaresca.
Questa storia racchiude in sé l’essenza profonda della nostra tradizione. Per i sorrentini, la Settimana Santa non è solo un momento di culto, ma è il legame che ci unisce, che ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e cosa significano davvero le nostre radici.
Sant’Antonio Abate (NA) – Grande partecipazione ed emozione hanno caratterizzato la presentazione del volume dedicato alle processioni, frutto della passione e della meticolosa ricerca di Bruno Balsamo. L’evento, svoltosi in un clima di sentita condivisione, ha visto tra gli interventi più significativi quello di Livio Esposito, Priore dell’Arciconfraternita dei Servi di Maria di Sorrento, e un sentito ricordo espresso da Ali Esposito, membro dell’Arciconfraternita Morte e Orazione sempre di Sorrento.
Il Priore Livio Esposito ha aperto il suo intervento con parole di profonda stima e affetto nei confronti della famiglia Balsamo. “L’occasione di realizzare questo volume è stata colta al volo,” ha dichiarato con trasporto, sottolineando il forte e datato legame che unisce l’Arciconfraternita non solo al Comandante Bruno, ma anche al fratello Renato. “Renato è stato un nostro confratello,” ha ricordato con un velo di commozione, “e per noi era doveroso onorare la sua memoria in questo modo.”
Esposito ha poi evidenziato l’importanza di aver raccolto in un unico volume la ricca produzione di Bruno Balsamo sulle processioni, un patrimonio culturale e religioso di inestimabile valore per l’intera penisola sorrentina. “Diventa un’occasione per far sì che venga radunato in un unico volume tutta una serie di opere del comandante Bruno e così che possano diffondersi meglio ed essere conservate da tutti i sorrentini, i sanagellesi, tutti gli abitanti della penisola che ovviamente sono legatissimi a questa tradizione, a queste tradizioni.”
Il Priore si è soffermato sul duplice significato delle processioni, sottolineando la loro valenza sia culturale che religiosa. “C’è un aspetto culturale e religioso di cui le nostre processioni sono impregnate,” ha spiegato. “È un rito, e ha un’importanza fondamentale perché mi piaceva sottolineare come, mentre un rito che viene svolto in una chiesa si rivolge a Dio, un rito come quello delle processioni che va in terra straniera, nel luogo tra virgolette profano, si rivolge agli uomini.”
In questo contesto, le parole di Ali Esposito hanno aggiunto un ulteriore strato di significato all’evento. Con visibile emozione, ha espresso la sua gratitudine al Comandante Bruno Balsamo non solo per l’impegno profuso nella realizzazione del volume, ma soprattutto per le “belle parole” dedicate a suo nonno e a suo zio Renato all’interno del libro. Un ringraziamento sentito che ha toccato profondamente i presenti, evidenziando il legame affettivo e di memoria che lega le famiglie e le confraternite del territorio.
Livio Esposito ha poi proseguito il suo intervento sottolineando la valenza socioculturale delle processioni, riprendendo anche le riflessioni dell’assessore Marcello Aversa. “Ha una valenza prima di tutto certamente religiosa, ma anche soprattutto socioculturale perché unisce le generazioni, perché fa sì che i ragazzi, i giovani comprendano, sentano quello che ci ha sempre legato.” Ha insistito sul ruolo delle processioni come elemento di “forte legame tra le generazioni,” tra coloro che vivono queste manifestazioni religiose, le generazioni passate e quelle future.
Il Priore non ha mancato di ringraziare le istituzioni di Sant’Agnello, in particolare il Sindaco e l’assessore Aversa, per aver colto immediatamente l’importanza di omaggiare un illustre cittadino come Bruno Balsamo. “È bello anche che le istituzioni, quelle secolari come le nostre, e le istituzioni civili cooperino, collaborino, perché questo dà sempre più il senso della comunità, dà sempre più la possibilità di riconoscerci gli uni con gli altri.”
In conclusione, Livio Esposito ha rinnovato il suo ringraziamento al Comandante Bruno Balsamo, sottolineando il forte legame di affetto che lo lega all’Arciconfraternita dei Servi di Maria. Le sue parole, cariche di emozione e di profonda comprensione del valore culturale e spirituale delle processioni, hanno lasciato un segno tangibile nei cuori dei presenti, confermando l’importanza di quest’opera per la comunità sorrentina e per la conservazione delle sue tradizioni più sentite. L’applauso finale ha sancito il successo della presentazione e la gratitudine verso Bruno Balsamo per il suo prezioso contributo.
Un intervento appassionato e ricco di aneddoti quello di Rodolfo Izzo durante la presentazione del libro dedicato alle processioni di Bruno Balsamo. Izzo ha catturato l’attenzione del pubblico focalizzandosi in particolare sulla meno nota, ma altrettanto significativa, produzione pittorica dell’artista novantunenne, illustrando con dovizia di particolari 69 opere realizzate nel corso di una vita.
“69 dipinti in tanti anni, pensate un po’ che Bruno è una persona…” ha esordito Izzo con un tono affettuoso, premettendo la sua amicizia con l’artista ma sottolineando la necessità di dire le cose come stanno. “Lui praticamente ha in mente già un’altra pubblicazione. Nel corso della sua vita ha disegnato, ha dipinto altri 120 quadri di navi. 120, forse forse più di lui o quando lui li dipinse soltanto Eduardo De Martino di Mesa noto marittimo.” Un paragone audace, ma che ben restituisce la maestria di Balsamo nel ritrarre il mondo navale.
Izzo ha poi invitato il pubblico ad osservare con attenzione i 69 quadri esposti o riprodotti, evidenziando una peculiarità dello stile di Balsamo: “In nessun quadro ha messo un’insegna pubblicitaria o un segnale stradale o il pubblico, come diceva prima il sindaco.” Un dettaglio che sottolinea la purezza della visione artistica di Balsamo, concentrata sull’essenza del soggetto rappresentato.
Con un sorriso, Izzo ha descritto la natura schiva dell’artista: “Bruno è un uomo di poca parola, anzi per farlo parlare ci vorrebbe quasi una pinza per tirargli fuori la lingua.” Tuttavia, ha subito aggiunto con ammirazione: “Però ha 91 anni ma c’ha un’intelligenza viva.” A testimonianza di questa lucidità, Izzo ha raccontato episodi in cui Balsamo interveniva con precisione certosina anche sui dettagli testuali del libro, dimostrando una mente ancora vivace e attenta.
A questo punto, Izzo ha voluto dedicare un “doveroso ringraziamento” alla “Eurografitografia di Sorrento, gestita da Antonio Fontana,” concittadino di Sant’Agnello, e a Giovanni Izzo, suo lontano parente, per la “bravura nell’impaginazione e nella pazienza” dimostrata nel seguire le meticolose indicazioni di Bruno Balsamo.
L’intervento di Rodolfo Izzo ha poi ampliato lo sguardo sull’eclettismo di Bruno Balsamo, ricordando la sua prolifica attività di scrittore. Ha citato il corposo volume sul “Pio Monte dei Santi Prisco e Agnello di Sant’Agnello,” il libro dedicato alla “Chiesa Parrocchiale di San Friscello,” e le pubblicazioni per conto dell'”Associazione Marittima di Mutuo Soccorso tra i Capitani di Meta,” comunemente nota come “Casino dei Capitani,” ricordando anche la figura di Mario Caffiero, un santanellese che ne fu presidente.
Un passaggio significativo è stato dedicato al libro del 2011 sulla “famiglia Ponte,” un’antica famiglia marinara sorrentina originaria proprio di Sant’Agnello. Izzo ha menzionato Francesco Saverio Ciampa, “il primo grande armatore della penisola sorrentina,” e ha poi fatto un collegamento con l’attualità, citando Gianluigi Ponte, nipote di un suo zio, descrivendolo come “attualmente l’armatore più grande del mondo” per numero di navi tra proprietà e noleggio.
Non è mancato un riferimento alla passione di Balsamo per il presepe, ricordando la sua collaborazione con altri presepisti santanellesi e la sua amicizia con il fratello di Izzo, Don Antonio. Un aneddoto ha riguardato la creazione di un ingegnoso meccanismo per simulare il movimento del mare e del ciclo giorno-notte in un presepe ancora visibile nella chiesa di Angri.
Izzo ha poi ricordato il lavoro di Balsamo come “tecnico dell’ufficio nuove costruzioni” della Tirrenia, sottolineando la sua competenza nella progettazione di navi e persino nell’ardito intervento di “tagliare al centro una nave tipo strada” per aggiungervi una sezione aggiuntiva.
In conclusione, Rodolfo Izzo ha ribadito la natura riservata di Bruno Balsamo, ma ha voluto sottolineare la sua ricchezza interiore e la sua poliedrica produzione artistica e letteraria. Ha menzionato il volume “Le navi della Rivgia” e la recente pubblicazione “Storie di gente di mare e di navi,” distinguendola da un’altra opera simile uscita di recente. Quest’ultimo libro raccoglie 41 articoli pubblicati negli anni sul periodico “TTM – Tecnologie Tecniche di Navi” di Genova, una pubblicazione legata al Secolo XIX, ironicamente acquistato proprio da Gianluigi Ponte, chiudendo così un cerchio.
L’intervento di Rodolfo Izzo si è concluso con un sentito omaggio alla “Sorrento unica” e alla penisola tutta, un territorio indissolubile nel suo cuore. Le sue parole hanno offerto un ritratto vivido e affettuoso di Bruno Balsamo, artista a tutto tondo capace di spaziare dalla pittura alla scrittura, con un occhio sempre attento alla storia e alle tradizioni della sua terra.
Sant’Antonio Abate (NA) – Don Saverio Casa, responsabile diocesano delle Confraternite, ha offerto un intervento illuminante e ricco di spunti di riflessione durante la presentazione del libro sulle processioni di Bruno Balsamo. Con la sua profonda conoscenza della storia e del significato spirituale delle manifestazioni religiose, Don Saverio ha delineato l’importante contributo di Balsamo e ha riaffermato il ruolo cruciale delle processioni della Settimana Santa.
Don Saverio ha esordito con un saluto affettuoso al “capitano Bruno Balsamo,” ricordando di averlo conosciuto in occasione del Giubileo del 2000. Ha poi ripercorso brevemente il suo legame con la comunità di Sant’Agnello, menzionando l’amicizia e la stima reciproca nata con Balsamo e la “rispettosa compresenza nella Chiesa.”
Con una nota di amarezza, Don Saverio ha accennato alle difficoltà che a volte si incontrano oggi nel vivere pienamente la vita ecclesiale e le tradizioni religiose: “Fa fatica oggi anche a stare nella chiesa, sembra che si faccia fatica a fare le processioni, ma si fa fatica anche a stare nella chiesa.” Ha poi ricordato il suo breve mandato come vicario parrocchiale a Sant’Agnello e la contemporanea conclusione del servizio di Priore di Balsamo, interpretando questo allontanamento come un “doversi mettersi da parte per poter meglio dedicarsi nella preghiera e nella contemplazione.”
Un suggestivo parallelismo è stato tracciato da Don Saverio tra il nome di battesimo del capitano e San Bruno di Colonia, fondatore dei certosini, notando la “postura” di Balsamo, quasi una “presenza monacale,” avvolta nel silenzio e attratta dalla bellezza e da un’esperienza carica di mistero. Pur non definendola mistica, Don Saverio ha sottolineato come nell’arte di Balsamo si profonde il mistero della Passione e della Morte di Gesù Cristo.
Il cuore dell’intervento di Don Saverio si è concentrato sul significato profondo delle processioni, riaffermando che la loro “scaturigine” è proprio il mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. Richiamando le parole di Benedetto Croce, ha sottolineato come non possiamo “non dirci cristiani” e come partecipare a una processione significhi “salvaguardare un secolare patrimonio di spiritualità” fatto di “arte, fede e preghiera.”
Don Saverio ha evidenziato la funzione evangelizzatrice delle processioni, descrivendole come portatrici del Vangelo che “si fa cultura per la strada,” in una “chiesa aperta” desiderata da Papa Francesco. Ha evocato l’episodio dei viandanti di Emmaus, che incontrano il Risorto lungo il loro cammino, come metafora dell’incontro con il divino che può avvenire anche al di fuori delle mura sacre.
Con forza, Don Saverio ha ripreso gli insegnamenti del compianto Monsignor Felice Cece, il quale ribadiva che le processioni della Settimana Santa rappresentano una “debita conseguenza e una naturale conseguenza” di quanto celebrato nel mistero e degnamente rappresentato lungo le strade. Ha quindi sottolineato la necessità di “riaccordare” l’ambiente profano e quello sacro, respirando come un unico corpo ecclesiale con “due polmoni e un solo cuore.”
Don Saverio ha poi ricordato l’azione propulsiva degli ordini religiosi come i Padri Redentoristi e i Padri Gesuiti, che fin dal Trecento hanno utilizzato la rappresentazione del dramma della Passione per “impregnare anche il tessuto sociale” e portare il Vangelo al popolo, soprattutto in un’epoca in cui il latino rendeva le sacre scritture inaccessibili ai più. Ha citato le celebri rappresentazioni cinematografiche della Passione come esempi di come la drammatizzazione possa scuotere le coscienze e rendere vivi i sentimenti di Cristo.
In conclusione, Don Saverio ha ribadito che le processioni sono un patrimonio da salvaguardare, dove “l’arte, la fede e soprattutto la preghiera confluiscono nell’anima penitente” di coloro che, come “pellegrini di speranza,” avanzano con il capo chino, consapevoli della loro redenzione. Ha infine portato i saluti del Priore dell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario di Sorrento, Carmine del Montefusco, ricordando il ruolo di questa confraternita nell’aprire i riti della Settimana Santa a Sorrento con la visita agli altari della deposizione.
Le parole di Don Saverio Casa hanno offerto una preziosa chiave di lettura per comprendere appieno il significato spirituale delle processioni e l’importanza dell’impegno di Bruno Balsamo nel preservare e raccontare questa ricca tradizione. Il suo intervento ha arricchito la presentazione del libro, donando una prospettiva teologica e storica fondamentale per apprezzare la profondità di queste antiche manifestazioni di fede.
Un messaggio carico di emozione e deferenza quello che Bruno Balsamo, autore del libro dedicato alle processioni, ha voluto far giungere ai presenti durante la presentazione della sua opera. Attraverso la voce del nipote, Balsamo ha espresso la sua profonda gratitudine e il suo spirito ancora vivo e partecipe, nonostante i limiti imposti dall’età gli abbiano impedito di essere fisicamente presente.
“Illustri convenuti, gentili autorità,” ha esordito la voce del nipote, trasmettendo le parole di Balsamo con un tono commosso, “è con un misto di emozione e deferenza che mi rivolgo a voi attraverso la voce amorevole di mio nipote per questa speciale occasione. Purtroppo gli inevitabili limiti imposti dall’età mi hanno impedito di essere presente fisicamente, ma la mia anima e il mio pensiero abitano in questo luogo insieme a voi.”
Il primo pensiero di Balsamo è andato ai suoi cari: “Desidero innanzitutto esprimere la mia gratitudine profonda ai miei figli Flavio, Sergio e Livio, a cui devo la forza che ha animato ogni passo di questo progetto.” Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Livio, per la sua “sguardo attento e la presenza silenziosa” che lo hanno accompagnato quotidianamente, offrendo “conforto e supporto nel dar forma a queste pagine.”
Un ringraziamento speciale è stato dedicato anche alla nipote Maria Luce, per aver presentato l’incontro con “tanta dedizione,” rendendo il momento ancora più significativo con il suo entusiasmo.
Balsamo non ha mancato di esprimere la sua sincera gratitudine alle autorità che hanno creduto nel suo progetto: “Non posso poi dimenticare di rivolgere il mio sincero ringraziamento al sindaco di Sant’Agnello, il dottor Antonino Coppola, e al Priore della venerabile congregazione dei Servi di Maria Livio Esposito, che hanno creduto fermamente in questa iniziativa, permettendo che il legame tra le tradizioni della Settimana Santa e l’amore per la nostra terra trovasse spazio in un’opera che è il frutto di una profonda dedizione e rispetto per il passato.”
L’autore ha poi sottolineato il significato profondo di questa giornata: “Questa giornata è un tributo alle processioni della Settimana Santa che intrecciano memoria, devozione e la bellezza della nostra cultura.” L’emozione traspare nelle sue parole nel constatare l’accoglienza riservata al suo lavoro: “Vedere le mie parole accolte con così tanta stima e attenzione tra queste mura intrise di storia e significato rappresenta per me un privilegio unico e un motivo di commossa gratitudine.”
Infine, Bruno Balsamo ha voluto ringraziare tutti i presenti per la loro sensibilità e apprezzamento: “Vi ringrazio, illustri ospiti e cittadini, per l’apprezzamento e la sensibilità con cui avete accolto il mio lavoro. Ogni gesto di riconoscimento da parte vostra è per me una testimonianza del valore delle tradizioni e della sacralità che ancora oggi riempiono le nostre vite.”
Il messaggio di Bruno Balsamo, pur nella sua assenza fisica, ha toccato profondamente i cuori dei presenti, sottolineando l’amore per la sua terra, la dedizione alle tradizioni della Settimana Santa e la profonda gratitudine per il sostegno ricevuto nella realizzazione di quest’opera preziosa. L’applauso scrosciante che ha seguito la lettura del messaggio è stato un tangibile segno di stima e affetto per l’autore e per il suo importante contributo alla memoria collettiva.
di lucio esposito
Un viaggio tra arte, fede e tradizione nel cuore della Penisola Sorrentina e Capri. Modera Marialuce Balsamo
Mercoledì 9 aprile 2025, alle ore 18:30, la Sala Consiliare del Comune di Sant’Agnello si trasformerà in un suggestivo palcoscenico di storia, cultura e spiritualità, con la presentazione del volume “Le processioni della Settimana Santa nella Penisola Sorrentina e Capri” del Capitano Bruno Balsamo. Libro, che possiamo dire, nasce da una mostra del 2024 nei locali della Società Operaia di Sant’Agnello, ove furono esposti buona parte dei quadri presenti nel libro.
L’appuntamento, inserito nel cartellone comunale “Resurrexit” e patrocinato dalla Città Metropolitana di Napoli, sarà moderato da Marialuce Balsamo e rappresenterà un’occasione preziosa per esplorare, attraverso l’arte pittorica dell’autore, il significato profondo dei riti peninsulari della Settimana Santa. Un fenomeno che intreccia tradizione religiosa, identità popolare e richiamo turistico.
Il libro di Bruno Balsamo offre uno sguardo inedito e sentito sulle processioni degli incappucciati, vere e proprie manifestazioni di fede che, da secoli, si svolgono tra i borghi e le strade della Penisola Sorrentina e dell’isola di Capri. L’autore ne cattura l’anima con una narrazione visiva e poetica, fatta di atmosfere sospese, silenzi solenni e gesti che si ripetono nel tempo, immutabili e carichi di significato.
Nella prefazione del libro, il Sindaco di Sant’Agnello, Antonino Coppola, sottolinea con emozione:
«Bruno Balsamo cattura il senso profondo dei riti secolari che accompagnano la nostra Settimana Santa e lo trasmette con la propria arte. Atmosfere, emozioni, note, passi cadenzati e passi stanchi, abitudini che si tramandano, silenzi e albe che ci appartengono. Tutto racchiuso in suggestioni e immagini piene di significato. Tra le righe della storia di Bruno Balsamo e nella sua arte c’è l’amore verso la sua Sant’Agnello, a cui consegna un’eredità fatta di lavoro e passione».
L’iniziativa rientra nel programma culturale “Sant’Agnello. Luci, colori e musica – Dal Profano al Sacro”, giunto alla sua terza edizione, e contribuisce a valorizzare il patrimonio immateriale del territorio, celebrando con sensibilità il legame tra arte e devozione.
L’ingresso è libero e gratuito.
Un evento da non perdere per chi ama la bellezza delle tradizioni e il racconto delle emozioni che si rinnovano, ogni anno, nei riti della Pasqua peninsulare.