di lucio esposito
Il prossimo 25 ottobre 2024, presso la Sala Consiliare Comunale di Piazza Cota a Piano di Sorrento, si terrà la presentazione del libro intitolato “Storie del passato… voci del presente”. L’evento, che avrà luogo alle ore 17:00, rappresenta un’occasione speciale per scoprire una raccolta di storie scritte da un gruppo di dieci autrici: Assunta Ferrante, Maddalena Ferraro, Magda Mancuso, Gaetana Morgese, Michela Mortella, Milena Setola, Stefania Starace, Antonietta Sorrentino, Laura Varriale e Manuela Morra. Edito da Graus Edizioni, il libro esplora le vite e le esperienze delle autrici attraverso il filtro delle voci di donne straordinarie del passato, offrendo una riflessione sul ruolo della donna nella storia e nel presente.
L’incontro vedrà la partecipazione del professor Antonino Siniscalchi in qualità di relatore, accompagnato dall’intervento del poeta Ambrogio Coppola, che reciterà la sua poesia “Una pagina della mia vita”. Organizzato in collaborazione con il Comune di Piano di Sorrento e l’Associazione Onlus Vincenzo Ferraro, l’evento promette di essere un momento di intensa condivisione culturale e di celebrazione del coraggio e della forza femminile.
Il libro “Storie del passato… voci del presente”è un viaggio attraverso le vicende personali delle autrici che, come in uno specchio, si riflettono nelle vite di donne storiche che hanno ispirato il loro percorso. Ogni storia raccontata nella raccolta è un’occasione per esplorare virtù, debolezze, talenti e aspirazioni femminili, mostrando come il passato possa illuminare e guidare il presente. Le autrici offrono una prospettiva di immedesimazione in figure femminili che hanno lasciato un’impronta indelebile, ispirando a realizzare i propri sogni, nonostante le sfide e le difficoltà che ancora oggi caratterizzano la condizione della donna.
Il libro si presenta come un omaggio al coraggio femminile, un’opera destinata a un pubblico ampio, capace di coinvolgere chiunque voglia riflettere sul ruolo delle donne nella storia e nel presente.
La Voce di Una Donna tra Musica, Memoria e Libertà
La musica è un’arte che trascende il tempo, permettendo a chiunque di viaggiare oltre i limiti della realtà. Così come le note che danzano nell’aria, anche le parole di una donna, cariche di storia e sentimenti, possono attraversare generazioni e trasformarsi in messaggi di emancipazione e identità. In questo racconto, la protagonista non è solo una cantante, ma una testimone del suo tempo, una voce tra tante, eppure unica nel suo vissuto.
“Non ero attraente, mi rispettavano solo perché ero l’infanta di Spagna. Vestivo di seta e perle, ma non mi sentivo a mio agio,” rivela con una certa vulnerabilità, confessando una vita apparentemente privilegiata, ma intrappolata in convenzioni sociali e aspettative familiari. Il peso della nobiltà, dell’essere vista come una figura di spicco, non ha mai potuto compensare la mancanza di libertà personale. Questa è una realtà che molte donne, pur non essendo principesse, possono comprendere: l’essere incasellate in ruoli definiti, dove il vero sé viene nascosto dietro veli di formalità e abiti preziosi.
“Mi hanno sempre soggiogato e poi, in ultimo, ero io la pazza.” L’uso della parola “pazza” non è casuale: rappresenta lo stigma che spesso colpisce chi, soprattutto le donne, decide di ribellarsi alle norme imposte. Quando finalmente si comprende che la libertà dipende solo da se stessi, ci si rende conto che le barriere sono solo illusorie. “I tuoi viaggi oltrepassano i limiti di ogni galassia,” dice, sottolineando come la libertà mentale possa abbattere confini fisici e sociali.
Il suo discorso si espande verso una riflessione più universale: “Siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, siamo figli delle stelle.” Qui emerge la consapevolezza che, nonostante le differenze individuali e culturali, siamo tutti parte di qualcosa di molto più grande. La vita, secondo la nostra narratrice, è come una partita a carte: “A me piace avere il mazzo in mano.” La metafora è chiara, la vita è una serie di scelte, e c’è chi preferisce avere il controllo del proprio destino. Questo controllo, però, viene con il rischio e la responsabilità: “A volte ho pagato un prezzo, altre mi è andata bene, ma non posso dire di non essermi divertita.”
Nel cuore della sua narrazione, si percepisce una grande passione per Napoli e la cultura napoletana. “Chi parla male di Napoli e dei napoletani lo fa solo per gelosia,” afferma con orgoglio. Napoli, città di musica e cultura, diventa un simbolo di resilienza, bellezza e autenticità. La stessa cultura napoletana si intreccia indissolubilmente con la sua musica, con le canzoni che sono parte della vita quotidiana e delle celebrazioni, come la festa di Piedigrotta, simbolo di tradizione e comunità.
Il tema del tempo si fa poi centrale: “Ogni tic tac è un secondo della vita che passa, fugge e non si ripete.” In una vita così breve e intensa, il vero problema è imparare a viverla pienamente, con coraggio e passione. Il coraggio diventa la chiave per la libertà: “Abbiamo bisogno di coraggio per raggiungerla.”
Ogni donna, ci ricorda, è “mille donne insieme.” Questo concetto, quasi poetico, sottolinea la complessità dell’identità femminile, che racchiude in sé storie, esperienze, generazioni di lotte e trionfi. La narrazione si chiude con una potente riflessione sul legame tra amore e identità: “Quando amiamo, raccontiamo il modo in cui ci hanno amato.” L’amore non è solo un sentimento, ma una narrazione che si tramanda da madre in figlia, da generazione in generazione, plasmando il modo in cui viviamo e vediamo il mondo.
In conclusione, la storia di questa donna, tra musica, ricordi e riflessioni sulla libertà, diventa un potente simbolo di resistenza e autodeterminazione. È la voce di chi ha vissuto, amato e lottato, sempre cercando di avere il controllo del proprio destino, nonostante i limiti imposti dalla società e dal tempo. Una voce che, tra le note della sua musica, continua a risuonare forte e chiara.