Anguille sopravvissute alla tradizione natalizia liberate nel cuore del Vallone Porto: un gesto simbolico per la biodiversità.
Nonostante la pioggia battente e il freddo invernale, un gruppo di instancabili volontari del WWF Terre del Tirreno ha compiuto un gesto simbolico di grande valore ecologico: nel Canyon Vallone Porto di Positano sono state liberate alcune anguille, che hanno miracolosamente superato la “mattanza” delle festività natalizie. Questo atto di speranza, che da 10 anni rappresenta una tradizione beneaugurale, è stato anche un richiamo alla riflessione sulla sorte di una specie ormai a rischio di estinzione.
Il cuore pulsante della costiera amalfitana ha visto così un incontro tra passato e futuro: le anguille, simbolo della tradizione gastronomica natalizia, hanno trovato la loro via di fuga dai mercati e dalle tavole imbandite, dove vengono tradizionalmente consumate durante le festività. Ma la storia di questi pesci è ben più complessa e drammatica di quanto si possa immaginare.
“L’anguilla corre un rischio di estinzione enorme. È sempre più difficile incontrare nei fiumi questo miracolo evolutivo”, racconta con rammarico Claudio d’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno. La sua voce è quella di chi ha vissuto a stretto contatto con la natura, osservando la trasformazione di un ecosistema che, un tempo, ospitava abbondanti popolazioni di anguille lungo il Vallone Porto, come confermato anche dagli anziani del luogo. La costruzione della strada carrabile che collega Montepertuso a Nocelle, e l’edificazione di dighe e briglie lungo il corso d’acqua, hanno messo in serio pericolo l’habitat di questi pesci straordinari. “Un tempo, le anguille nuotavano libere nelle acque del Vallone Porto, fino alla spiaggia di Arienzo. Ora, purtroppo, sono un ricordo lontano”, aggiunge.
Il gesto del WWF non è solo un atto di liberazione, ma un appello urgente a tutti, cittadini e istituzioni, a prendere consapevolezza della drammatica situazione. “Con questo gesto, vogliamo accendere i riflettori su una specie iconica delle nostre tradizioni gastronomiche natalizie, che però pochi conoscono davvero nella sua realtà e nei pericoli che sta affrontando”, conclude d’Esposito.
Ogni anno, in diverse città italiane, il mercato delle anguille vive il suo picco durante le festività natalizie. In molte zone del centro e sud, il capitone – ovvero l’anguilla – è considerato una prelibatezza da gustare durante la cena di Natale. Ma dietro questa tradizione culinaria si nasconde una realtà preoccupante: l’anguilla europea (Anguilla anguilla) è oggi una specie in pericolo critico di estinzione. La sua popolazione ha subito un declino vertiginoso, superiore al 90% dal 1980. Un dato che fa riflettere, considerando che la specie è oggi più rara del panda gigante o del gorilla di montagna.
La causa principale di questo drastico calo è la combinazione di vari fattori, tra cui la distruzione dell’habitat naturale, l’invasione di dighe e barriere che ostacolano il ciclo biologico di questi pesci, e una pesca insostenibile che non fa che alimentare la domanda di un animale ormai rarissimo.
In risposta a questa situazione, le voci della comunità scientifica e delle associazioni ambientaliste si levano forti, chiedendo a gran voce una moratoria sulla pesca dell’anguilla a livello europeo. Il futuro della specie è incerto, ma resta una scelta fondamentale per tutti: continuare a consumare un piatto che rischia di sparire per sempre o salvaguardare una delle meraviglie della nostra biodiversità.
Nel cuore di Positano, sotto una pioggia insistente, il gesto simbolico del WWF ci ricorda che anche le piccole azioni possono contribuire a preservare il nostro ecosistema, per un futuro in cui l’anguilla, e tante altre specie, possano continuare a nuotare libere nelle acque cristalline della nostra terra.