Nel precedente articolo abbiamo esplorato le acque della Neffola, che fluiscono fino al mare, inesorabilmente sprecate. Oggi ci concentriamo su un’altra preziosa risorsa idrica della penisola sorrentina: le acque del Formiello a Piano di Sorrento, conosciute fin dall’antichità e utilizzate per alimentare la Surrentum imperiale.
In un momento in cui i media nazionali ufficiali diffondono allarmanti notizie di emergenza idrica e invitano la popolazione ad un consumo razionale, allora noi affermiamo che :Le acque del Formiello rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, purtroppo attualmente sprecato. La GORI (Gestione Ottimale Risorse Idriche) ha infatti dismesso questa sorgente già da diversi anni in quanto risulta inquinata da colibatteri. Anzi, si tratta di più sorgenti, convogliate in uno dei monumenti romani più interessanti della penisola sorrentina: un acquedotto interrato lungo circa otto chilometri, tutto scavato nel tufo, che si estende da San Massimo, sotto Vicalvano alle cisterne di Spasiano , nella piazza di Sorrento.
Nonostante il loro potenziale, litri e litri di acqua preziosa continuano a essere sprecati ogni giorno. Queste risorse idriche, se opportunamente gestite, potrebbero sicuramente essere utilizzate per fini agricoli, contribuendo alla sostenibilità e all’economia locale.
La proposta è di affidare la raccolta e la distribuzione di queste acque all’amministrazione comunale, che, con l’ausilio dei suoi tecnici e ingegneri, potrebbe garantire una gestione più efficace e sostenibile rispetto a quella attuale. Questo cambiamento permetterebbe di valorizzare una risorsa che, altrimenti, rischia di essere dimenticata e sprecata.
L’acqua del Formiello rappresenta un vero e proprio tesoro nascosto di Piano di Sorrento, un esempio di “acqua persa” che potrebbe essere recuperata e utilizzata per il bene della comunità. La sua valorizzazione richiede l’impegno e la collaborazione di tutti, ma i benefici che ne deriverebbero sarebbero enormi, sia per l’ambiente che per l’economia locale. Senza parlare poi del tunnel scavato dai romani oltre 2000 anni fa, vero capolavoro di ingegneria idraulica, sconosciuto ai più e importantissimo monumento dell’antichità, renderlo parzialmente visibile sarebbe il sogno degli appassionati di storia e non solo. Nemmeno nella grande pompei abbiamo un monumento del genere.
In passato nei secoli settecento, ottocento, considerate che per queste acque la città di Sorrento e il Piano si sono accapigliati a suon di carta bollata e schioppi di archibugi.
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