Bacco e Cerere. I Tesori di via madonna delle Grazie. prima serata

24 settembre 2024 | 11:51
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Buona la prima. Conferenza divulgativa tra archeologia e cibo tradizionale, con tante personalità del mondo amministrativo, archeologico e gastronomico. Positanonews presente all’evento, ha raccolto tante cortese interviste  da produrre una visione totale e popolare di fare cultura nei luoghi appropriati.

Buonasera e Saluti  al Vice Sindaco Andrea Gaudino

Siamo qui, nel cuore pulsante della comunità, durante la celebrazione della festa di Bacco e Cerere. La vostra presenza, Signor Vice Sindaco, conferisce un valore inestimabile a questa manifestazione, facendo sentire la vicinanza delle istituzioni a queste giovani ragazze che, con impegno e dedizione, si sono immedesimate nelle attività promosse dall’Associazione Antica Necropoli di Stabia Madonna delle Grazie.

Vice Sindaco, cosa rappresenta per voi e per questi giovani questa iniziativa?

Prima di tutto, vorrei esprimere il mio ringraziamento al Presidente dell’Associazione Metropoli, che insieme ad altri membri della comunità, si impegna a onorare il passato di questo rione, un tempo trascurato. La loro attività sta avvicinando i giovani e non solo, valorizzando il territorio e rendendo consapevoli tutti di quanto sia importante preservare la storia e le tradizioni locali. Molti forse non sanno che questa strada rionale, oggi modesta, 2000 anni fa era una via di collegamento vitale, attraversata da chi si dirigeva verso Luceria o verso le ville imperiali romane.

Quali sono i progetti in corso per valorizzare questo patrimonio?

Attualmente, abbiamo diversi obiettivi. Uno dei più importanti riguarda la Villa Carmiano, i cui resti sono stati recentemente recuperati. Stiamo lavorando, non senza difficoltà, a progetti di restauro e valorizzazione di questi luoghi. A fianco della villa, abbiamo recentemente recuperato un antico torchio del 1700, un prezioso esempio di archeologia industriale, e una chiesetta che custodisce la Madonna dei Bambini, un’opera di Botticelli che abbiamo mandato in restauro grazie alla collaborazione del Comune.

Ci sono ulteriori progetti di restauro in programma?

Sì, oltre alla chiesetta di Carmiano, stiamo collaborando con il Comune di Santa Maria Carà per il recupero di una piccola cappella che si trova sul confine tra i due comuni. Questo progetto fa parte di un piano più ampio di valorizzazione del territorio. E poi, fra due o tre anni, contiamo di vedere realizzato un progetto davvero ambizioso: il tram veloce che collegherà Castellammare con Gragnano, passando proprio da Ponte Carmiano. Questo sarà fondamentale per il turismo sostenibile, permettendo ai visitatori di Napoli e Sorrento di raggiungere facilmente la nostra zona, con tutte le sue bellezze storiche.

Qual è il messaggio che vorreste lasciare ai giovani coinvolti in queste iniziative?

A queste giovani ragazze e ragazzi, vorrei dire che stanno lavorando a qualcosa di grandioso. Il loro impegno nella valorizzazione del nostro territorio è fondamentale. Questo è solo l’inizio di un grande progetto. Vorremmo che comprendessero quanto sia importante continuare su questa strada e che, nonostante le difficoltà, ci sono grandi prospettive per il futuro. Abbiamo già delle aree espositive, come la Reggia di Quisisana, dove sono custoditi molti reperti storici, e stiamo lavorando affinché altre opere possano trovare spazio qui a Gragnano.

C’è un sogno che vorrebbe realizzare per il futuro del territorio?

Un sogno che ho da sempre è quello di creare uno spazio museale a Gragnano. Quando costruimmo la nuova biblioteca nel 2003, c’era un progetto per destinare una parte degli spazi a un museo. Purtroppo, all’epoca non si riuscì a realizzarlo, ma io spero che con la collaborazione del Comune di Santa Maria riusciremo a mettere a posto la chiesetta e a portare qui i reperti che ancora oggi “dormono” altrove.

Grazie Vice Sindaco per il tempo che ci ha dedicato. Vuole lasciare un messaggio di auguri ai giovani?

Un grande augurio a tutti voi giovani! Siete bravissimi, e il vostro impegno è davvero ammirevole. Continuate così! Complimenti e saluti a tutti!

https://www.youtube.com/watch?v=F6QkyJQsAfM

Siamo nel cuore della seconda edizione della festa di Vacco e Cerere, una celebrazione che già si preannuncia come un grande successo. Abbiamo incontrato il sindaco, gli archeologi, ma è evidente che la vera anima di questa festa sono le persone che la vivono e la animano con passione ed energia.

Tra queste, spicca un personaggio chiave, un uomo che ha scelto di chiudere il suo locale per essere presente stasera e sostenere la comunità. “Il pubblico che vediamo qui decreta già un successo enorme”, ci dice, sottolineando quanto questa festa stia crescendo e guadagnando sempre più consensi.

Al centro della manifestazione c’è l’Associazione Antica Necropoli di Stabia Madonna delle Grazie, il cui obiettivo è valorizzare il territorio e riportare alla luce la sua storia millenaria. Il signore, visibilmente emozionato, ci racconta di come il museo dedicato a questa importante necropoli, allestito nella Reggia di Quisisana, sia una testimonianza di grande valore. “Le sale preparate dalla dottoressa Rispoli sono state un omaggio eccezionale al nostro patrimonio”, afferma, ricordando come quei pannelli illustrativi e il plastico esposto abbiano suscitato forti emozioni.

Ma cosa riserva il futuro?

“Il nostro sogno è creare un museo virtuale che possa rendere fruibili i tesori del nostro territorio, non solo ai residenti, ma anche ai turisti”. A questo punto interviene anche la dottoressa, che ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del museo: “Il lavoro fatto finora è un punto di partenza. Ora tocca a noi, come comunità, preservare e promuovere questi luoghi”.

Il dialogo si sposta poi su un tema di grande rilevanza per la comunità locale: la competizione amichevole tra i comuni di Gragnano e Lettere. Qui, tra ringraziamenti e riconoscimenti reciproci, emerge una forte consapevolezza del valore culturale e storico di questa terra, unita dall’amore per il vino e per la tradizione.

Vino e storia sono infatti due pilastri fondamentali di questa festa. “Abbiamo sulle spalle il compito di raccontare 3000 anni di storia del vitigno”, ci spiega un esperto locale, riferendosi ai vitigni storici della zona, come quelli che circondano il Torcolo del Carmiano, un torchio secolare risalente al 1700.

Il signore continua: “Qui, nella Madonna delle Grazie, non solo potrete assaporare dell’ottimo vino e salumi, ma anche ottenere tutte le informazioni che cercate sulla storia locale. È quasi come se avessimo un ufficio informazioni archeologiche improvvisato!”. Questo riferimento scherzoso si intreccia con la proposta di creare un vero e proprio infopoint archeologico, uno spazio dedicato a chiunque voglia esplorare il ricco passato della zona, a partire dai resti che oggi sono visibili fino alla Reggia di Quisisana.

Non manca un accenno alla storia martoriata di questa strada di confine tra due comuni, ricca di necropoli e ville imperiali. “Abbiamo bisogno di unità tra i sindaci e le amministrazioni locali per preservare e valorizzare questo patrimonio. È una strada che unisce, nonostante i confini amministrativi”.

A conclusione di questa serata così ricca di storia, cultura e sapori, è arrivato il momento di brindare. Con una bottiglia di Gragnano pronta, si alzano i calici per celebrare non solo la festa, ma anche il legame profondo tra la comunità e le sue radici millenarie.

Un brindisi al passato e al futuro del territorio, con la promessa che questa festa crescerà ancora, portando con sé il ricordo e la rinascita di una terra straordinaria.

https://www.youtube.com/watch?v=lEZ5m4mTuwc&t=12s

Festa Vacco e Cerere: tra archeologia e tradizione, la comunità si riunisce

Bentrovati nel cuore della festa di Vacco e Cerere, un evento che celebra le antiche tradizioni del territorio e il legame profondo con la sua storia millenaria. La presenza di vicesindaci, archeologi e conferenzieri di rilievo conferma l’importanza di questa manifestazione, ma come spesso accade, la vera energia dietro le quinte viene da chi, con passione e impegno, lavora per accendere l’entusiasmo e guidare le giovani associazioni verso obiettivi concreti.

Uno di questi obiettivi è la valorizzazione di un’area che, pur essendo oggi una strada di confine, era un tempo un’arteria fondamentale. La via Nocera, infatti, collegava Stabia e Nocera, e subito dopo l’eruzione del Vesuvio venne rapidamente liberata per ristabilire i collegamenti con Sorrento. Un tracciato storico, raccontato anche da illustri studiosi come Smeton, che oggi, con la sua ricchezza archeologica, rappresenta l’anima di questa festa.

Tra i protagonisti della serata troviamo il professore Giuseppe Di Massa, una figura chiave nel panorama culturale locale. Attento conoscitore del territorio e sempre disponibile a condividere le sue scoperte, il professore è un punto di riferimento per chiunque voglia esplorare il patrimonio della Valle dei Mulini. La sua presenza è costante anche nei restauri promossi da enti come i Lions e i Rotary, che hanno riportato alla luce antichi quadri di valore nelle chiese di Gragnano.

Il suo impegno non si ferma qui. Di Massa ha contribuito alla nascita di un sito web dove è possibile consultare e condividere gli eventi legati al territorio e alle sue meraviglie archeologiche. Durante la serata, si è discusso delle prospettive per il futuro, in particolare del museo della Reggia di Quisisana. I reperti, molti dei quali già esposti, sono stati al centro di un accorato appello da parte del professore, che ha invitato la comunità, e in particolare le scuole, a portare i ragazzi in visita al museo.

“Le scuole devono visitare il museo”, ha dichiarato con convinzione, sottolineando l’importanza di sensibilizzare i giovani alla storia locale. “I ragazzi raccontano a casa ciò che vedono, e questo crea una sinergia tra le generazioni. È cruciale far conoscere la bellezza di questo museo, che è allestito in maniera modernissima”. L’Archeologico della Quisisana, infatti, ha recentemente ampliato la sua superficie espositiva, offrendo anche la possibilità di accedere ai depositi, dove sono custoditi preziosi manufatti, alcuni dei quali provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e ora tornati nel territorio di origine.

Di Massa ha poi ricordato con orgoglio come i sogni di valorizzazione del territorio, che aveva iniziato a coltivare oltre vent’anni fa, si stiano pian piano realizzando. “Nel 1998 ho creato le prime brochure archeologiche su Villa Carmiano, e nel 1996 quelle turistiche su Gragnano, che all’epoca non aveva ancora scoperto il trekking. Quelle passeggiate solitarie tra le montagne mi hanno permesso di scoprire fossili marini che oggi sono esposti nella Biblioteca Comunale di Gragnano. Sono reperti antichissimi, che risalgono a 65 milioni di anni fa, all’epoca della scomparsa dei dinosauri”.

Questa narrazione appassionata ci ha fatto comprendere ancora una volta quanto sia ricca e stratificata la storia del territorio, e quanto sia fondamentale l’impegno di tutti per preservarla e promuoverla.

La serata si è conclusa con un brindisi, simbolo della comunità che si stringe attorno alle sue radici, celebrando non solo la storia, ma anche la tradizione vinicola che caratterizza la zona. “Apriamo una bottiglia di Gragnano“, hanno esclamato gli organizzatori, e con un calice in mano, si è brindato al futuro della festa di Vacco e Cerere, con la speranza che questa celebrazione continui a crescere e a far conoscere il valore del territorio a un pubblico sempre più vasto.

Il sindaco e il vicesindaco hanno salutato con affetto, ringraziando il professore e gli altri presenti per il loro contributo prezioso, mentre l’intera comunità già guarda avanti, alla prossima edizione di questa festa che unisce passato e futuro.

https://www.youtube.com/watch?v=62s4Fq5VSAQ

L’edizione di quest’anno della festa dedicata a Bacco e Cerere ha visto come protagonisti d’eccezione lo chef esecutivo Giuseppe Auricchio e il direttore di sala Andrea De Simone del Ravello Resort. I due maestri della cucina hanno voluto celebrare la tradizione culinaria locale, offrendo ai presenti un’esperienza gastronomica indimenticabile.

“Abbiamo deciso di portare in tavola uno dei piatti più rappresentativi della nostra tradizione: la braciola”, ha spiegato lo chef Auricchio. “Un piatto che evoca il calore della famiglia e i pranzi domenicali. Abbiamo voluto valorizzare i sapori autentici, utilizzando ingredienti semplici e genuini come l’aglio, il prezzemolo, i pinoli, il pecorino e il parmigiano, il tutto avvolto in un tenero pezzo di carne”.

La cottura della braciola, secondo lo chef, è un processo lento e delicato, un piccolo segreto che conferisce al piatto un sapore unico e inconfondibile. “È un piatto che va assaporato lentamente, quasi portata dopo portata, per apprezzarne tutte le sfumature”, ha aggiunto Auricchio.

Andrea De Simone, direttore di sala del Ravello Resort, ha sottolineato l’importanza di unire l’arte culinaria alla cultura del vino. “Il nostro obiettivo è quello di offrire ai nostri ospiti un’esperienza completa, che coinvolga tutti i sensi. Per questo motivo, abbiamo selezionato con cura una carta dei vini che ben si sposa con i nostri piatti, esaltandone i sapori”.

La festa di Bacco è stata l’occasione per celebrare la cucina tradizionale, ma anche per mostrare come la tradizione possa essere reinterpretata in chiave moderna, senza perdere la sua essenza. Il Ravello Resort si conferma così come una delle destinazioni più prestigiose per gli amanti della buona cucina e del buon vino.

https://www.youtube.com/watch?v=LdJgTw2Y9zU

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