Il Ciuccio di Fuoco. Storia e tradizioni a Sorrento

Che cosa è il ciuccio di fuoco? Perchè si spara nel tardo pomeriggio, quando poi avremo grandi fuochi dopo la mezzanotte sorrentina! Come e dove nasce questo ciuccio di fuoco? qual’è la sua storia? Perchè questo fantoccio pirotecnico piace tanto e attira tanto pubblico.

Le fonti letterarie dedicate alla penisola sorrentina ci vengono incontro con questi scritti:

Assunzione. La notte dél la vigilia tutte le colline che circondano Sorrento, Piano e Vico sono pieni di focarazzi che fanno un bel vedere. La sera a Sorrento a via Fuoro si fa una piccola festa col finale del ” ciuccio di fuoco ,, cioè una piccola macchina pirotecnica, formata come un asino e trascinata in giro mentre spara.

LA PENISOLA SORRENTINA (Vico Equense, Meta, Piano, S. Agnello, Sorrento, Massalubrense)
ISTORIA – USI E COSTUMI – ANTICHITÀ Manfredi Fasulo

A Sorrento, un ulteriore elemento della strategia esibitiva è, infine, rappresentato dalla nuova gestione di quelle attività tra il folkloristico e il rituale che fino a pochi anni fa erano organizzate da comitati spontanei di cittadini e commercianti e che adesso, laddove sopravvissute, sono invece coordinate dagli uffici municipali. A titolo di esempio, si pensi al caso del “Ciuccio di fuoco”, un fantoccio in forma d’asino che, nell’ambito delle attività natalizie organizzate dal comune, viene bruciato nella ampia e scenografica piazza Tasso illuminata a festa; i testimoni interpellati in occasione di questa ricerca ricordano la forte valenza di appartenenza della medesima cerimonia, organizzata come un sacrificio catartico, nella più intima piazzetta antistante il Sedil Dominova, da gruppi indipendenti di esercenti e abitanti del quartiere. Riti simili sono presenti in varie località del Sud Italia. Per il caso di un paese siciliano, ne fornisce una lettura approfondita Geniale (2009).

IL D E S T I N O D E L L U O G O
Sorrento, turismo, ambiente, cultura, immaginario C E N T R O M E R I D I O N A L E D I E D U C A Z I O N E A M B I E N T A L E a cura di Giovanni Fiorentino

Mentre noi della redazione cultura abbiamo raccolto dagli anziani sorrentini Antonino Esposito e Fratelli Galano questa versione orale:

Negli anni cinquanta, nel tardo pomeriggio della vigilia di Capodanno, un gruppo di dipendenti operai della Ditta di mobili e falegnameria Centro, ubicato fuori al Mercato, attuale piazza Veniero, dopo aver ricevuto la settimana, intesa come paga, e un pugno di castagne bollite quale omaggio festivo, si accingeva alla costruzione di un fantoccio a forma di asino con i retaggio della lavorazione del legno. Arricchito con petardi , veniva trascinato verso piazza Tasso, lungo il percorso si aggregavano altri operai , cosiddetti quel del “sottile”, intarsiatori diremo oggi, che apportavano altre finiture colorate e altri botti, stelline e tric trac. Era il modo di salutarsi e scambiarsi gli auguri di tutto il ceto operaio, prima di rientrare ogni uno a casa propria in famiglia. Nel corso degli anni la macchina pirotecnica si è notevolmente perfezionata, con carte colorate, tale da farla apparire gradevole anche senza botti, e soprattutto , a questo asino che rappresenta il vecchio anno passato, con fuochi , fischi e fiamme, si sottolineano i sensi e la fatica fatta. Infatti la prima ad accendersi esplodendo è la lingua, il parlare a vanvera, poi le orecchie, poi gli occhi, poi la coda, l’invidia, e poi i genitali , con una lunga e scoppiettante pipì.

Ai giorni nostri, intorno al ciuccio non ci sono più quegli operai lordi di segatura e colla di pesce che trascinavano festanti il ciuccio da un capo all’altro del Corso Italia, ma donne chic e uomini incravattati provenienti da tutta Europa, in attesa del Gran Cenone.

 

 

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