Sia per le celebrazioni dell’Assunta, che per i tanti vari spettacoli, sono in tantissimi i sorrentini , ma anche ospiti turisti, che sono convenuti a Casarlano antico borgo sorrentino. Una serie di ingredienti contribuiscono al trascorrere di una bella serata, Don Enzo in primis , che riesce a coinvolgere intorno alla Madonna col bastone tante famiglie e persone mantenendo vivissima la devozione popolare, gli spettacoli che si susseguono ininterrotti per quest’anno organizzati nell’ambito Teatro Fuori le Mura diretto da Marco Palmieri, la storia del borgo racchiusa negli antichi affreschi e nelle vecchie costruzioni, nella freschissima limonaia offerta come punto ristoro, e non ultimo un panino gourmet degno dei migliori chef internazionali, prodotto con ortaggi del territorio e signore e signori chef volontari protesi alla beneficenza della parrocchia.
Patrizia , Luciana, Francesco, Angela, Pino, e tanti altri si adoperano per accontentare gusti e piacimenti. Il menù base prevede salciccia o porchetta, con contorno a scelta delle famose cipolle, friarielli, peperoni, patatine fritte, melenzane. Di tanto in tanto questo menù base viene arricchito con altre pietanze tradizionali , come parmigiana di melenzane, dolci vari, memorabili quelle frittelle calde , fritte al momento con uvetta passa. E poi il bicchierone di vino con la pesca o la fetta di anguria. Insomma tante piccole emozioni che fanno nascere un sentimento verso questa gente, questo luogo, questa gastronomia.
Come mia consuetudine amo stare tra la gente del luogo, soprattutto anziani e stimolarli a raccontare storie passate. Quest’anno ho raccolto da una gentile signora, Elisa, novantenne, nativa del luogo, in questa chiesa si è sposata e da ragazza , guardando quelle pietre a facciavista del paramento esterno della torre campanaria, mi dice che la comunità si fece carico di trasportarle dal cimitero , attraverso l’antica strada , quella delle suscielle, di sera quando si ritiravano dal lavoro, tutti indistinatamente portavano alla chiesa una pietra.
Un altra gentile signora, mi racconta, che negli anni 50/60 il parroco Fiorentino, dalla soglia della chiesa, la domenica mattina per la messa, additava e invitava le giovani ragazze che avevano la gonna un po più corta ad andarsi a cambiare.
Ancora, legata alla antica strada, il trasferimento da via Casola alla chiesa di Casarlano di una maestra di musica donna invalida, che su una sedia veniva portata da più persone, fino all’organo della chiesa per poter officiare la celebrazione domenicale.
Fatti che ci portano nei rivoli della storia, nel rapporto uomo territorio, dal lavoro con gli asini, alla panoramicissima strada delle sciuscelle tanto amata dai pittori dell’800, come Duclere, Giacinto Gigante e tanti altri anche stranieri alla ricerca della luce e del paesaggio.