È un grande piacere essere qui, come ogni anno. Da Napoli, il viaggio non è breve, ma è un percorso che permette di rilassarsi fino all’arrivo alla meta, dove si apre la bellezza del luogo e dell’evento.
Ogni anno, osservando il parterre dei premiati, resto sempre più colpito. Questo premio ha raggiunto un livello di attrattività notevole, tanto che quest’anno abbiamo tra noi il Premio Nobel per la chimica, il professor Henderson. Riuscire a portare personalità di tale calibro a Vico per questo premio dimostra quanto sia diventato un evento rilevante nel panorama scientifico e culturale.
La sala è sempre piena, segno di quanto questo evento arricchisca tutti noi. Vorrei ringraziare la fondazione Discepolo, motore di questa manifestazione, e Umberto, che con la sua determinazione riesce a coinvolgere tutti. Vorrei portarlo all’università, ma lui preferisce restare qui, dove si diverte di più.
Quest’anno è particolarmente significativo per noi dell’Ateneo. Celebriamo otto secoli di storia, con 30 generazioni di studenti formati, tra cui tre Presidenti della Repubblica. La nostra università, la Federico II, è stata la prima università statale al mondo, voluta dall’imperatore Federico II. Questo modello innovativo ha fatto sì che oggi esistano università statali in tutto il mondo.
La Federico II oggi è un polo della conoscenza, con 80.000 studenti e una spesa annua di 700 milioni di euro per l’istruzione e la ricerca. Partecipiamo attivamente alla vita della provincia di Napoli, con insediamenti a San Giovanni a Teduccio, Scampia e Caivano, dimostrando il nostro impegno sul territorio.
Tra i presenti, molti sono laureati federiciani. Auguro sinceramente il meglio a tutti i premiati di oggi, alcuni dei quali conosco personalmente. Uno di loro ha portato un nostro esperimento sulla stazione spaziale qualche anno fa. Chissà, magari il prossimo lo faremo nello spazio.
Grazie a tutti e viva il premio Capo d’Orlando.