Tra INNI e MISERERE: le voci della Passione

2 aprile 2025 | 11:26
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tra INNI e MISERERE: le voci della Passione
Cori e Bande nelle Processioni della Settimana Santa Carottese

Cori e Bande nelle Processioni della Settimana Santa Carottese
La tradizione musicale delle processioni della Settimana Santa a Piano di Sorrento è il frutto di secoli di devozione, trasmissione orale e arrangiamenti che si sono stratificati nel tempo. Tuttavia, molti interrogativi restano ancora senza risposta. Gli autori di alcuni inni non ci sono stati ancora restituiti dalle fonti a nostra disposizione, mentre la trasmissione orale ha probabilmente portato a modifiche melodiche, soprattutto nei Miserere, influenzate dai maestri che si sono succeduti alla guida dei cori e dagli adattamenti bandistici. Inoltre, nel corso degli anni, alcuni documenti preziosi sono andati perduti per varie ragioni, lasciando zone d’ombra nella ricostruzione storica di questo patrimonio musicale.
Ma la ricerca continua, e grazie all’impegno di studiosi e musicisti, siamo certi che le prossime pubblicazioni sapranno offrirci nuove scoperte, arricchendo sempre più la conoscenza di questa tradizione.
Questa pubblicazione è un prezioso contributo alla conoscenza e alla valorizzazione di un patrimonio identitario unico
Custodiamolo.
Piano di Sorrento, Quaresima 2025
Sindaco e l’Amministrazione Comunale
[Tradizioni Storiche)

Generico aprile 2025

Le Origini
In origine, l’accompagnamento musicale delle processioni era essenzialmente vocale. I confratelli eseguivano il Miserere e altri canti devozionali, spesso in monodia o con semplici armonizzazioni, mantenendo viva una tradizione profondamente radicata nella spiritualità confraternale.
L’Introduzione delle Bande Musicali
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nel Sud Italia, le bande musicali, ormai svincolate dalla loro matrice militare e sempre più integrate nella cultura popolare, iniziarono a prendere parte a funerali, feste e processioni, comprese quelle della Settimana Santa. Nel dopoguerra, questi cortei assunsero una dimensione più spettacolare, e il ruolo della banda divenne centrale nell’accompagnarli con marce funebri, talvolta sostituendo i cori. Queste composizioni, spesso opera di musicisti locali, risentivano del gusto musicale dell’epoca, con frequenti adattamenti dal repertorio operistico, riflettendo così l’estetica e la sensibilità del tempo.
II Ruolo del Coro
L’inserimento strutturato del coro nelle processioni si è consolidato soprattutto nel secolo, in particolare nel secondo dopoguerra. L’evoluzione delle confraternite, l’ampliamento del repertorio musicale sacro e il desiderio di una maggiore partecipazione corale hanno contribuito a rendere Miserere polifonici e gli inni confraternali eseguiti con arrangiamenti sempre più raffinati. Oggi, sia le bande che i cori rappresentano un tratto distintivo delle processioni carottesi, conferendo loro un’identità sonora inconfondibile, fatta di devozione e profonda partecipazione
Cori Maschili
I cori maschili costituiscono la componente più antica della tradizione musicale delle processioni. In origine, i confratelli stessi intonavano i Miserere e altri canti sacri tramandando uno stile esecutivo semplice, ma di grande intensitä emotiva.
Cori Femminili
L’introduzione delle voci femminili nelle processioni risale alla seconda metà del XX secolo. Questa presenza ha arricchito la gamma timbrica e la profondità espressiva dei canti
Cori di Voci Bianche
L’ingresso dei cori di voi blanche nelle processioni si è consolidato tra la fine del XX e l’inizio del XX secolo. Il loro timbro limpido dona una dimensione di purezza solennità ai canti della Settimana Santa

Conclusione
L’evoluzione della musica nelle processioni della Settimana Santa ha portato a un progressivo arricchimento della tradizione locale. La crescita e la strutturazione dei cori, sia a cappella che accompagnati, hanno contribuito a definire un’identità sonora riconoscibile. Il contributo dei compositori locali ha plasmato un’eredità musicale che, intrecciando fede e devozione, continua a rinnovarsi di generazione in generazione.

Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti
Coro Femminile e di Voci Bianche del Giovedi e del Venerdi Santo
GESÙ MIO, CON DURE FUNI Testo e Musica Alfonso M. de Liguori
Gesú mio, con dure funi come reo chi ti lego?
Sono stato io l’ingrato, ah Dio mio, perdon, pietà!
Sono stati i miei peccati, Gesù mio, perdon, pietäl
Gesù mio, la bella faccia chi crudele ti schiaffeggio?
Sono stato…
Gesù mio, di fango e sputi il bel volto chi t’imbratto?
Sono stato…
Gesú mio, le belle carni chi spietato ti flagello?
Sono stato…
Gesù mio, la nobil fronte chi di spine ti caronó?
Sono stato…
Gesù mio, sulle tue spalle chi la Croce ti caricó?
Sono stato…
Gesù mio, la dolce bocca chi di fiele t’amareggio?
Sono stato…
Gesú mio, le sacre mani chi con chiodi ti trapasso?
Sono stato…
Gesú mio, quei stanchi piedi alla Croce chi t’inchiodo?
Sono stato…
Gesù min, l’amante core colla lancia chi ti passo?
Sono stato…
O Maria, quel tuo bel Figlio chi l’uccise, chi tel rubó?
Sono stato io l’ingrato, oh Maria, perdon, pietàl Sono stati i miei peccati, oh Maria, perdon, pietà

INNO DEL VENERDÌ SANTO-Deh Popoli
Deh popoli, popoli agli ultimi onori venite, venite ai crudi dolori all’empie ferite del morto Gesù.
Quell’astro si fulgido, quel giglio dorato neppure spirato, è pianto quaggiū!
Piangete, o popoli, è morto Gesú! È morto Gesù!
Sul legno salvifico chi il mondo ha redento il capo recline di gloria un portento fedele t’inchina, adora Gesù.
Quel sangue che gelido dal cuore gli sgorga d’Averno le porte per tutti serrò.
O genti risorte, piangete l’Amor! Piangete l’Amor!
Dal 2014, con l’introduzione del Coro di Voci Bianche con l’inno Gesù Signore (accompagnato da archi e flauti), la formazione dei cori dell’Arc. della SS. Trinită varia a seconda delle esecuzioni. Se il Miserere è affidato al solo coro maschile, le voci femminili e bianche si uniscono. Quando invece le voci bianche “escono” separatamente, vengono accorpate le voci maschili e femminili. In occasioni straordinarie, tutte le formazioni – voci bianche, maschili e femminili – si sono riunite in un unico coro (Ut Unum Sint).
“Gesù mio, con dure funi”
È l’invocazione con cui contempliamo Cristo sofferente, legato e condotto al Calvario per amore nostro. Quelle dure funi stringono i suoi polsi, ma sono il peso delle Castre colpe, delle nostre fragilità. Eppure, Egli non si sottrae: si lascia condurre, si lascia offrire, perché il suo amore è più forte di ogni vincolo. In questo Anno Giubilare. in cui siamo chiamati a essere Pellegrini di Speranza, il nostro canto si unisce al Miserere, nel desiderio di lasciarsi liberare. Attraverso i riti della Settimana Santa, la nostra Arciconfraternita si fa testimone di questa speranza, perché, sciolti dalle catene del peccato, possiamo camminare rinnovati verso la gioia della Resurrezione.
(Francesco Cuccaro, priore


Arciconfraternita della Morte e Orazione Coro di Voci Bianche del Venerdi Santo (voci maschili di fanciulli)
INNO DI PASSIONE
O Signore, che per redimerci dal demonio e dal peccato, soggiacesti a tanto strazio nel tuo corpo immacolato,
noi vogliamo, buon Gesù non offenderti mai più!
O Gesù, bontà infinita, veneriamo la tua morte, che ridiede a noi la vita e ci apri del Ciel le porte, a Te canta il nostro cuore che moristi per amore.
O Signore che nel tuo spirito tante pene aver volesti,
per donare all’alme nostre le dolcezze tue celesti,
tu concedici o Gesù che t’amiamo sempre più.
O Gesù…
O Signore che al tuo supplizio associasti pur Maria e le desti a noi indegnissimi Madre grande, dolce e pia
pei suoi meriti, o Gesü in noi regna sempre tu.
O Gesù…

AL CALVARIO
Al Calvario, al Calvario, o redenti ove l’ostia s’immola d’amor al Calvario moviamo dolenti, ove il Dio della vita sen muor! Del Suo sangue Ei ci vuole caspersi per amore il Suo sangue Ei ci dà non sto ciglia, che pianto non versi, non sia cuor, che non s’opro a pieto?
Egli e il santo, innocente impolluto che la pena del reo vuol subir, e il reo può negarGli il tributo dei Suoi teneri e caldi sospir? Al Calvario, al Calvario, redenti ove il Dio della vita s’en muor!
A lenire i Suoi atroci tormenti Ei non chiede che lacrime e amor

“Non sia cuor che non s’apra a pietà!”
Perché un cuore chiuso è un cuore sterile, incapace di accogliere il dolore degli altri e trasformarlo in compassione. Questa frase invita a riflettere sulla necessità di lasciarci toccare dalla sofferenza altrui, di aprire il nostro animo all’empatia e alla solidarietà. È un richiamo alla bellezza dell’umanità condivisa, alla grandezza di un gesto gentile, alla forza di un abbraccio offerto a chi ne ha bisogno. Nel contesto della Settimana Santa, è un invito a vivere questi giorni con un cuore aperto, accogliente e grato, seguendo l’esempio del sacrificio e dell’amore che questa ricorrenza celebra. Che possa essere un tempo di pace, riflessione e rinnovamento interiore per tutti.
[Antonino Guarracino, priore)


Arciconfraternita della Santissima Annunziata
Coro Femminile del Giovedi Santo

GENTI TUTTE Testo e Musica SE. Mons. Arturo Aiello
Genti tutte, venite e mangiate, questo e il giorno del Pane e del Vino dato a tutti da Cristo Signore, testamento di morte e d’amore.
Non c’è amore più grande e più vero di chi dona all’amico la vita come il chicco che muore e si irriga perché nasca e fiorisca la spiga
Questo e il giorno in cui sazia ogni fame, quell’amore che in pasto si diede, sacrificio perfetto e fecondo fino all’ultimo giorno del mondo.
O Gesů….
Genti tutte venite e ascoltate la notizia più bella del mondo: cancellato è ogni nostro peccato nella Croce del Dio incarnatol
O Gesù, vero Pane del cielo macinato e nel sangue impastato, cotto al fuoco del santo Tuo amor, vieni e sazia la fame del cuor!
Ogni uomo macchiato è redento ed ammesso alla Mensa del Padre cinti i fianchi e la lampada accesa finché non si consumi l’attesa
Genti tutte, venite e adorate: è l’Altare la madia del Pane, e la Croce il torchio del Vino che trasforma dell’uomo il destino.
O Gesù….
“Vieni e sazia la fame del cuar!”
Coro dell’Annunziata è il coro dell “Eccomi perché porta il nome di Colelche ton fiducia plena, accolse l’annuncio dell’Angelo compla in me la tua Parola Giovane rispetto alla storia secolare della Confraternita dal 1986 accombana la processione del Giovedi Santo e dal 1993 intona l’inna Genti Tutte composto de Mons, Arturo Aiello & un triplice invito che risuona per chi canta, per chi porta un simbolo per chi osserva dal ciglio della strada: venite mangiate, venite e adorate, venite e ascoltatel
È la voce della fede che implora: Vieni Signore, e sazia la fame del cuorel.
Carmelo d’Esposite, priore


Confraternita della Purificazione di Maria Santissima
Coro Femminile del Venerdi Santo
GIÀ CONDANNATO IL FIGLIO
Testo Pietro Metastasio – Musica Giuseppe Maria de Carlo
Già condannato il Figlio dalle ribalde squadre, chiede l’afflitta Madre: “Il Figlio mio dov’è?”
figliuole di Sionne:
Interroga le meste ditemi, buone donne:
il Figlio mio dov’è?
O Madre dolce e cara, o Vergine pudica, permetti che tel dica: il Figlio tuo mori.
Le tombe, i sassi, i monti, le stelle, il mar, le sfere, tutto ti fa sapere che il Figlio tuo mori.
Corre per ogni via, incontra l’empia gente e chiede, o Dio, piangente: il Figlio mio dov’è?
Sale l’infausto monte con frettolosi passi e chiede ancora ai sassi: il Figlio mio dov’è.
Quel capo già chinato, quelle annerite gote dicono a chiare note che il Figlio tuo mori.
Guarda la nuda croce che a te rivolta dice: Ahil mesta Genitrice, il Figlio tuo mori!


Coro di Voci Bianche del Venerdi Santo
QQ
INNO AL CRISTO MORTO-Fra Immensi
Fra immensi, atroci spasimi si spense alfin la vita al Figlio dell’Eterno, dell’alma nostra aita;
del nostro core il palpito, l’amore e la beltà.
Sulla funerea coltrice ahi! lo veggiamo estinto e il suo adorato volto di morte e sangue tinto luce e sospir degli angeli sepolto presto andra.
Ecco dei crudi spasimi la vittima divina dalla proterva insania resa fatal ruina.
Fra i disonor del Golgota è morto il Redentore.
Il sol sdegnato annuvola il suo fiammante viso dall’inumano scempio del Salvator ucciso
e piange, ahimè, con fremito la terra a tanto orror.
“Auditui meo dabis gaudium et lætitiam, et exultábunt ossa humiliáta.”
Un versetto che, per noi, racchiude memoria e significato. Il nostro legame con queste parole nasce dal gemellaggio con la comunità di Don Domenico Cassandra, che da ragazzo fu cantore del Miserere di Mortora. Oltre dieci anni fa, introducemmo il Miserere di Zamora e lo eseguimmo anche a Massaquano. In quell’occasione, Don Domenico ci donò una breve omelia, segnata dal tempo della prova che stava vivendo. “Esulteranno le ossa che hai spezzato” è il grido di chi soffre, di chi attraversa il dolore, di chi porta il peso della malattia. Ma è anche la certezza che il Salmo 50 offre: la promessa di un conforto che ridona speranza.
[Luigi De Maio, priore]


Confraternita della Beata Vergine Immacolata e dei Santi Nicola e Luigi Coro Femminile del Martedi Santo
INNO ALLA CROCE Testo e Musica Mons. Angelo Castellano
Salve, o Croce Santa del Cristo Redentore. Salve Glorioso Trono del Divino Signore. Salva, santifica, libera noi Tuo Popolo. Salve, o Croce Santa, dona conforto e amor! Dona conforto e amor!
Solo la Tua potenza, dá forza al nostro cuore, nella valle del pianto, sostieni la speranza. Splenda, più vivida, quale Stella del Mare, la dolce Croce amata, lodata ed adoratal Lodata ed adoratal
Pietro che ti tradiva, piangeva amaramente; mentre lo sguardo amico, Tu rivolgevi a lui. Ecco, d’incanto, trovava la sua pace, quando la notte oscura al sole dell’amore, brillò ancor di più!
Ecco: ve lo consegnol Il vostro ricercato! Con bacio rinnegato, Giuda tradi l’amore. Ma il nostro Redentore, chiamandolo “Amico” al suo immenso cuore lo strinse e perdono, per sempre lo amo!
Amico del Signore, china sul cuore il capo, chiede chi, vero ingrato, l’Amore consegnerà E Lui dolente, indicherà con mano, mangiando stesso grano, chi presto ferirà, con bacio tradirà!
“Solo la Tua potenza, da forza al nostro cuore, nella valle del pianto, sostieni la speranza” In queste parole è racchiuso il senso profondo della Croce nella Settimana Santa: da
strumento di supplizio a via di liberazione e salvezza. É il segno dell’abbraccio appassionato e tenero di Dio all’umanità, con tutto ciò che siamo, fino agli abissi plú oscuri della solitudine, delle nostre paure e della lontananza da Lui. La Croce è l’innesto del cielo sulla terra, il punto in cui l’Amore assoluto si fa presenza viva nella storia e divampa ovunque, lungo tutti i secolo Commozione, stupore, gratitudine, innamoramento ci prendono le viscere mentre il Coro Femminile, nel bianco saio, intona l’innomento strade e le piazze del nostro paese.

biagio verdicchio priore


MISERERE
Miserére mei, Deus, secúndum magnam misericórdiam tuam; et secúndum multitudinem miserotiónum tuarum dele iniquitátem meam.
Amplius lava me ab iniquitáte mea et a peccáto meo munda me Quóniam iniquitátem meam ego cognosco, et peccatum meum contro me est semper
Tibi soli peccávi et malum coram te feci,
ut justificéris in sermónibus tuis et vincas cum judicáris. Ecce enim in iniquitatibus concéptus sum, et in peccátis concépit me mater mea.
Ecce enim veritatem dilexisti, ”
incérta et occulta sapiéntiæ tuæ manifestásti mihi.
Aspérges me hyssopo, et mundábor, lavóbis me, et super nivem dealbábor.
Auditui meo dabis gaudium et lætitiam, et exultábunt ossa humiliata.
Avèrte faciem tuam a peccátis meis et omnes iniquitates meas dele.
Cor mundum crea in me, Deus,
et spíritum rectum innova in viscéribus meis. Ne proicias me a fácie tua et Spiritum sanctum tuum ne buferas a me.
Redde mihi lætitiam salutáris tui et spíritu principali confirma me.
Docébo iníquos vias tuas, et impii ad te converténtur.
Libera me de sanguinibus, Deus, Deus salutis meat,
et exsultábit lingua mea justitiam tuam.
Dómine, lábia mea apéries, et os meum annuntióbit loudem tuam
Quóniam, si voluisses sacrificium, dedissem útique, ”
holocaustis non delectaberis.
Sacrificium Deo spiritus contribulátus, cor contritum et humiliátum, Deus, non despicies.
Benigne fac, Dómine, in bona voluntáte tua Sion,
ut ædificentur muri lerúsalem.
Tunc acceptábis sacrificium, iustitiæ, oblatiónes et holocaustu,” tunc imponent super altáre tuum vítulos.
@CAROTTO_TRADIZIONISTORICHE

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