Un viaggio tra sapori e tradizioni all’UNITRE: il pesce azzurro protagonista dei 25 anni della Dieta Mediterranea

24 gennaio 2025 | 09:47
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Piano di Sorrento  (NA) – Nell’ambito delle celebrazioni per i 25 anni della Dieta Mediterranea, ieri sera si è tenuto un evento dedicato al pesce azzurro, vero simbolo di sostenibilità e salute nei mari italiani. La serata, condotta con garbo e professionalità da Maria Grazia Cocurullo, ha avuto come protagonisti Antonio Cafiero, storico chef del ristorante “La Conca” di Meta, e Luigi Maresca, giovane e promettente chef locale, entrambi ambasciatori della tradizione e dell’innovazione culinaria.

La conferenza ha preso il via con un approfondimento sulle tecniche di lavorazione e preparazione delle alici, cuore pulsante della tradizione gastronomica campana. «La cucina è personale, è un legame profondo con la propria famiglia e le proprie radici», ha spiegato Antonio Cafiero, che ha condiviso i suoi segreti su come dissalare e valorizzare il sapore autentico delle alici. Tra i suoi consigli, l’uso di un panno umido per eliminare il sale in eccesso e il rispetto della materia prima, da esaltare con semplicità: «Una fetta di pane, un po’ di burro aromatizzato al basilico, qualche goccia di limone e un filo d’olio sono tutto ciò che serve per esaltare le alici».Generico gennaio 2025Generico gennaio 2025Generico gennaio 2025

Luigi Maresca, invece, ha raccontato il suo percorso, iniziato tra i fornelli della nonna e maturato con anni di esperienza al ristorante “La Conca”. «Ho iniziato per passione, osservando chi cucinava con amore e dedizione», ha raccontato. Durante la serata, lo chef ha illustrato la preparazione delle alici marinate, condividendo ogni dettaglio: dalla marinatura con vino bianco, aceto e sale, fino all’importanza dell’abbattimento della temperatura per garantire la sicurezza alimentare. «L’abbattitore è fondamentale per eliminare il rischio di anisakis, un parassita che può annidarsi nei pesci crudi. In ristorante seguiamo regole precise: ogni processo è tracciato e certificato», ha sottolineato Maresca.

L’evento ha anche messo in luce la sostenibilità del pesce azzurro, una risorsa abbondante e preziosa nei mari italiani. «L’acquisto delle alici è una scelta sostenibile e accessibile, in linea con i principi della Dieta Mediterranea», ha aggiunto Maria Grazia Cocurullo, rimarcando il valore culturale e ambientale di questa scelta alimentare.

Parliamo di costardelle, aguglie, aluzzi, pesce bandiera, sciabola o cintura, e dell’altra parte della famiglia dei Tuni, come il tonno alletterato. Questo tonno prende il nome dai segni sul suo dorso, che sembrano quasi consonanti o una scrittura.

Insieme a questi troviamo la palamita, lo sgombro e la lunga chiamata “allala” da noi. È un meraviglioso pesce con pinne branchiali così grandi che somiglia a un aereo sott’acqua. Chi l’ha visto in movimento lo descrive come un sottomarino volante.

Questi pesci sono ricchi di ferro, calcio, ma soprattutto grassi insaturi e Omega-3. Nella cucina moderna, li sfilettiamo e li trasformiamo in piatti fantasiosi, ma io preferisco sempre una cucina semplice, legata alla tradizione. Quando cucinati in modo semplice – alla griglia, all’acqua pazza, in tortiera o con capperi, olive e pomodorini – questi pesci esprimono il loro meglio.

Vorrei soffermarmi sulle alici, a cui sono particolarmente legato. Ricordo quando le pescatrici, le mogli dei pescatori, salivano dalla Marina di Cassano con i cesti sulla testa, urlando per vendere il pescato. Le alici costavano pochissimo ed erano alla portata di tutte le famiglie.

Le alici sono un pesce gregario, e nei mercati di Napoli si fa una distinzione tra “alici” e “acciughe”. Gli esemplari più giovani e sottili sono chiamati alici, mentre quelli più grandi e maturi sono acciughe. Ricche di calcio, ferro e Omega-3, le alici aiutano a prevenire malattie cardiovascolari come ischemie.

Le alici si possono consumare sia crude che cotte, ma è fondamentale abbatterle prima di mangiarle crude. Vanno tenute per 24 ore a -21°C per eliminare il parassita Anisakis, che può causare gravi problemi di salute. Altrimenti, basta cuocerle a temperature superiori ai 60°C per neutralizzare il parassita.

Le alici sono un ingrediente versatile: si possono marinare, salare, usare per fare salse o condimenti con olio, aglio e basilico, oppure per condire insalate o patate. Sono diffuse in tutto il Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico, nel Mar Nero e persino nel Canale di Suez.

Le alici del nord della Spagna, dal Mar Cantabrico, sono particolarmente pregiate grazie alle acque fredde che le obbligano a muoversi costantemente, accumulando così uno strato di grasso che le rende più saporite.

Anticamente, i Siciliani introdussero il metodo della salatura, stabilendo piccole industrie artigianali sulla costa per conservare le alici sotto sale. Ogni alice può produrre fino a 40.000 uova, trasportate dalle correnti marine.

Le alici sono perfette per piatti come spaghetti con alici fresche, prezzemolo, finocchietto selvatico, o con alici di Cetara sott’olio e pane saporito. Nei ricordi di tanti, ci sono i vasetti di terracotta con coperchio in legno e pietra per la conservazione.

Un altro piatto tradizionale è rappresentato dalle alici imbottite (“imbuttunate” in dialetto), farcite con caciocavallo o formaggi avanzati, poi infarinate, passate nell’uovo e nel pangrattato, e infine fritte.

Si possono preparare anche tortini di alici, parmigiane di alici con provola, patate e pangrattato, cotte in forno a 200°C per circa 20 minuti.

Le alici rappresentano un legame con la mia infanzia, quando erano il pesce dei poveri, spesso destinato al consumo familiare poiché i frigoriferi non esistevano e il pescato non venduto non andava sprecato.

Oggi, c’è un fermo biologico per le alici nel Mediterraneo tra il 29 settembre e il 30 ottobre, ma in quel periodo arrivano quelle pescate nell’Atlantico.

Un ultimo ricordo: le cianciole, attrezzi da pesca usati nelle lampare. Le barche prendevano il nome dalla cianciola, una rete a circuizione usata per catturare le alici attirate dalla luce delle lampare.

La preparazione e la conservazione delle alici marinate

Le alici marinate rappresentano una tradizione radicata e affascinante nella cultura culinaria mediterranea, dove sapore e sicurezza alimentare si incontrano in un processo che è frutto di secoli di esperienza e innovazione.

  1. La raccolta del pesce
    Le alici vengono pescate freschissime, con metodi che rispettano la stagionalità e garantiscono il rispetto dell’ecosistema marino. Tecniche come le reti a sbarramento, ancora oggi utilizzate in luoghi come Pisciotta, consentono di catturare il pesce mantenendo intatta la qualità. Una volta catturate, le alici devono essere lavorate rapidamente per evitare deterioramenti causati dai batteri presenti nell’apparato digerente.
  2. La marinatura
    Il processo di marinatura tradizionale prevede:
    • Pulizia accurata delle alici per eliminare interiora e spine.
    • Preparazione di una soluzione con vino bianco, aceto e sale, dove le alici vengono immerse per alcune ore. Questa combinazione permette non solo di conferire un sapore deciso, ma anche di prevenire la proliferazione di batteri.
  3. L’importanza dell’abbattimento
    L’abbattimento delle alici è fondamentale per garantire la sicurezza del prodotto, soprattutto per il rischio legato al parassita Anisakis. Questo passaggio prevede:
    • Inserire il pesce pulito in un abbattitore a -50°C, o in un congelatore domestico a temperatura inferiore a -18°C, per almeno 24 ore.
    • Il processo assicura l’eliminazione del parassita, rendendo sicuro il consumo delle alici crude o marinate.
  4. La preparazione finale
    Una volta completata la marinatura e il trattamento di abbattimento, le alici vengono disposte su un vassoio, filettate con cura, e condite con olio extravergine d’oliva, limone e, a volte, erbe aromatiche. Questo passaggio esalta i sapori naturali del pesce e rende il piatto pronto per essere servito come antipasto o accompagnamento.
  5. Una nota sulle tradizioni
    In passato, le alici e altri pesci venivano conservati sott’olio o in salamoia. Questo metodo era economicamente più accessibile e permetteva di mantenere il pesce per periodi prolungati. Oggi queste pratiche sono rivisitate con un occhio alla tradizione e alla qualità degli ingredienti.
  6. Abbinamenti e variazioni
    Gli chef moderni, ispirati dalla cucina tradizionale, propongono abbinamenti innovativi, come le alici marinate servite su pane con burro aromatizzato e basilico, o con un filo di provolone fuso, per un contrasto di sapori che esalta il pesce.

Questa fusione tra tradizione e innovazione permette alle ricette di rimanere vive e rilevanti, adattandosi ai gusti e alle necessità di oggi. La cucina, dopotutto, è un patrimonio culturale che si evolve continuamente, mantenendo al centro il rispetto per la materia prima e la salute di chi la consuma.

La cura nella marinatura e l’importanza della sicurezza alimentare

La marinatura del pesce azzurro, come le alici, è una pratica che combina tradizione e rigore, con un focus imprescindibile sulla sicurezza alimentare. Questo processo coinvolge diverse fasi che garantiscono il massimo della qualità e della sicurezza del prodotto finale.

1. L’abbattimento: una garanzia di sicurezza

Per prevenire il rischio legato al parassita Anisakis, le alici vengono sottoposte all’abbattimento, un processo che è obbligatorio per le attività ristorative. Le fasi principali sono:

  • Preparazione: le alici vengono pulite, private delle interiora e delle teste, e poi sistemate in contenitori idonei per il congelamento.
  • Abbattimento termico: vengono inserite in un abbattitore che raggiunge temperature di -50°C, o in un congelatore domestico a -18°C, per un minimo di 24 ore (spesso anche 36 ore per maggiore sicurezza).
  • Misurazioni e tracciabilità: si utilizza un termometro a sonda per controllare la temperatura interna delle alici e garantire che abbiano raggiunto il livello adeguato. Lo chef responsabile registra la temperatura, la durata dell’abbattimento e firma una scheda che documenta tutto il processo, con data e orario.

Questa attenzione al dettaglio assicura non solo il rispetto della normativa, ma anche la tranquillità dei clienti, rendendo il momento del pasto un’esperienza di gusto e sicurezza.

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2. La marinatura e la preparazione

Una volta completato l’abbattimento, le alici sono pronte per la marinatura. La preparazione prevede:

  • Ingredienti principali: vino bianco, aceto, sale e, a piacere, erbe aromatiche per insaporire.
  • Tempi di marinatura: le alici rimangono immerse per alcune ore, permettendo agli ingredienti di penetrare delicatamente nelle carni.
  • Presentazione finale: vengono disposte su piatti o vassoi, condite con olio extravergine d’oliva e arricchite con fettine di limone o altre guarnizioni leggere.

3. L’igiene come pilastro della cucina

In cucina, l’igiene è fondamentale. Nei ristoranti seri, ogni dettaglio è curato per evitare contaminazioni:

  • Taglieri di colori diversi: un colore per le verdure, uno per la carne, uno per il pesce. Questo accorgimento riduce al minimo il rischio di contaminazione crociata.
  • Attrezzature pulite: coltelli, pinze e utensili sono sempre sterilizzati e riservati a specifici alimenti.
  • Manipolazione consapevole: mani sempre pulite e guanti quando necessario, soprattutto per lavorare con alimenti crudi.

4. Fidarsi del pesce delle pescherie?

Il pesce azzurro è la scelta migliore per una pesca sostenibile. È abbondante nei nostri mari e, se acquistato da pescherie affidabili, garantisce freschezza e qualità.

  • Come riconoscerlo?
    • L’occhio del pesce deve essere brillante e non opaco.
    • Le carni devono essere compatte e non flaccide.
    • L’odore deve essere fresco, mai pungente o sgradevole.

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